Una confessione solo accennata, un cadavere scomparso, versioni discordanti sulle modalità del delitto. Sono questi gli elementi sui quali la Corte d’assise di Palmi dovrà cercare di fare luce nel processo sull’omicidio di Agostino Ascone, l’agricoltore della frazione San Martino di Taurianova scomparso nel nulla il 27 dicembre 2021. Imputati nel procedimento sono Salvatore Figliuzzi, che nella prima udienza ha confessato il delitto (senza dare particolari su come e in che contesto sarebbe avvenuto), la moglie della vittima Ilaria Sturiale e Giuseppe Trapasso. Gli inquirenti sono convinti che l’omicidio sia stato organizzato dalla Sturiale e il suo amante Figliuzzi con la complicità di Trapasso, il quale avrebbe aiutato l’amico a disfarsi del cadavere. Una versione, però, diversa da quella fornita da Figliuzzi in uno degli interrogatori al quale era stato sottoposto nella fase d’indagine. In quelle carte, infatti, l’imputato dà la sua versione dei fatti, dall’inizio della relazione sentimentale con la Sturiale fino al giorno del delitto. Figliuzzi sostiene di essersi limitato a difendersi da un attacco di Ascone, il quale avrebbe scoperto la relazione sentimentale tra la moglie e il rosarnese. «Il 27 dicembre – dichiara Figliuzzi agli inquirenti nel verbale di interrogatorio – intorno alle 17-17.10 dovevo andare all’Auchan di Gioia Tauro e ho chiesto di accompagnarmi a Giuseppe Trapasso. Lui mi ha detto di essere a piedi e ho chiesto l’auto a mia sorella Carmela. Mentre eravamo sulla strada la temperatura dell’acqua si alza e siamo rimasti fermi al parcheggio della Cucciarda (un ristorante che si trova sulla provinciale tra Gioia Tauro e Taurianova, ndr). Ho chiamato Agostino e non mi rispondeva, ho chiamato la moglie che mi ha detto di insistere e successivamente mi ha risposto lui dicendomi che sarebbe venuto… Quando è arrivato Agostino, siamo andati insieme con la sua macchina, ma durante il viaggio mi ha rinfacciato che avevo un rapporto con la moglie, e abbiamo avuto un battibecco. Arrivati alla mia abitazione, mi dice che vuole vedere la moto». Quella motocicletta, aveva spiegato nella prima parte del verbale Figliuzzi, era la stessa che avrebbe usato una volta per andare a trovare a casa la sua amante. Ascone sarebbe rientrato prima. Aveva visto la moto posteggiata fuori dalla sua abitazione e capendo che ci fosse qualcuno in casa aveva chiesto conto alla moglie. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria