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Asp di Reggio, conto alla rovescia per il bilancio

Entro il 30 giugno si dovrà approvare il documento contabile del 2022, mentre si ricostruisce il pregresso per arrivare al 2024 con i conti in ordine. «Lavoriamo per restituire la normalità»

La sede dell'Asp di Reggio Calabria

«Stiamo lavorando per fare dell'Asp reggina un'azienda normale, poi l'ambizione sarebbe quella di trasformarla in una realtà virtuosa». Gli obiettivi a cui guarda il direttore generale, Lucia di Furia sembrano quasi utopistici se si pensa che per anni l'Azienda sanitaria provinciale reggina è stata indicata come la maglia nera d'Europa, quella che tra inchieste giudiziarie e conti a profondo rosso non riesce a quantificare l'enorme montagna debitoria. E la prima scadenza importante che si trova ad affrontare la manager che ha guidato l'Asp per un anno con il ruolo da commissario e da qualche giorno da direttore generale è proprio con il Bilancio. Il documento contabile che da quasi un decennio l'Asp non riesce ad adottare.

«Siamo all'anno zero, entro il 30 giugno dobbiamo procedere all'approvazione del rendiconto 2022, alcune partite sono già state sistemate altre sono in corso, ma con il confronto e il conforto della Regione contiamo di arrivare pronti alla scadenza. Poi entro il 2024 si dovrà procedere con quelli degli anni passati. Stiamo lavorando alla circolarizzazione, attraverso la sovrapposizione stiamo "pulendo" alcune voci. Stiamo ricostruendo il pregresso, molto è il non tracciato. Mentre procediamo in questa direzione lavoriamo per scongiurare nuovi contenziosi. Quest’azienda ne conta tantissimi sia interni (con il personale) che esterni, per questo stiamo facendo in modo che i pagamenti siano puntuali, nei primi dieci giorni del mese successivo. Vogliamo evitare che si creino le cessioni dei crediti, che generano confusione». Nella ricostruzione di un quadro a tinte oscure dei conti degli anni precedenti è emerso che tante delle richieste «sono extrabudget». Per evitare che si ripetano le stesse vicende «stiamo provvedendo a stipulare con i privati un accordo nei tempi e nelle modalità più corrette, in un percorso messo in campo all’insegna della trasparenza, in cui si procede alle convocazioni per tutti insieme. Non separatamente».

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