Reggio

Lunedì 29 Aprile 2024

Retroporto di Gioia Tauro... 60 ettari di terreno della discordia

Due enti e un’immensa area contesa. Stiamo parlando del retroporto di Gioia Tauro oggetto di una disputa - forse non più attuale - relativa alla proprietà di una zona che poi - una volta realizzato lo scalo – è stata gestita dall’Autorità portuale ma sempre reclamata dal Corap. A febbraio scorso la decisione arrivata dopo 20 anni di scontri in Tribunale. La Corte d’Appello di Reggio Calabria, Sezione Civile, ha deciso infatti il ricorso proposto dal Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Corap) nei confronti dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, della Direzione marittima per la Calabria, della Direzione Marittima di Reggio Calabria, della Capitaneria di Porto comparto marittimo di Gioia Tauro, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Agenzia del Demanio–Filiale di Reggio Calabria, accogliendo parzialmente l’appello principale e, ha dichiarato che il Consorzio Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive (adesso in fase di liquidazione amministrativa) è proprietario del terreno di oltre 60 ettari a ridosso del porto ed ha condannato l’Autorità portuale di Gioia Tauro alla restituzione dei predetti beni in favore del Corap. Un’area enorme sulla quale sono previsti importantissimi investimenti anche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che la stessa Authority guidata dal presidente Andrea Agostinelli ha garantito che si faranno ugualmente come soggetto attuatore degli stessi. Adesso la stessa Autorità portuale ha deciso di proseguire la battaglia giudiziaria anche perché su quelle aree - come affermato recentemente dal presidente dell’Authority Andrea Agostinelli - vi è molto interesse da parte dei due terminalisti. Ecco che è stato affidato un incarico legale per proporre ricorso in Cassazione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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