Quello che colpisce a San Procopio, dopo il disastroso incendio che nelle prime ore della scorsa domenica ha distrutto in un batter d’occhio circa trentacinque abitazioni ammassate l’una con l’altra sulle vie Garibaldi, Roma, XX Settembre, Alcide De Gasperi e altre al centro storico, è uno spettacolo apocalittico: quello dei cumuli di detriti ammassati dopo l’abbattimento dei muri – e in mezzo ai quali ora si trovano ad operare operai e tecnici di Italgas ed Enel Energia – al posto di quello allucinante degli stabili in fiamme, con i Vigili del Fuoco impegnati per ore ed ore nell’opera di spegnimento, di raffreddamento della vasta area e di messa in sicurezza di quanto rimasto.
Primi provvedimenti adottati dal sindaco Francesco Posterino nell’immediatezza del rogo sono due ordinanze, la prima concernente la chiusura al transito sia delle auto che pedonale sulla via Garibaldi sino al ripristino delle condizioni di sicurezza, e l’altra per l’apertura del Centro operativo comunale (COC) di protezione civile per l’organizzazione dei servizi e delle funzioni di supporto alla popolazione ed al fine della verifica delle condizioni di sicurezza residue. La Giunta comunale l’altro ieri ha adottato una delibera con la dichiarazione dello stato di emergenza che sarà inviata alla Prefettura, alla Regione e alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Comune ha poi chiesto alla Prefettura la convocazione di un tavolo tecnico con il Prefetto Mariani per concordare il da farsi. Inoltre, l’Ufficio tecnico sta predisponendo la richiesta di mezzi e contributi vari da inviare a mezzo Pec alla Protezione civile sia regionale che provinciale.
Sempre l’Ufficio tecnico sta lavorando per predisporre le ordinanze di demolizione per tutte le abitazioni che sono in pericolo.
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