È una sfida difficile, ma che affascina gli imprenditori reggini quella che si prospetta all'orizzonte nei prossimi anni. Una sfida che costruttori e industriali hanno deciso di affrontare con una buona dose di ottimismo, coraggio e a fianco delle istituzioni dello Stato. L'assemblea pubblica indetta dall'Associazione nazionale costruttori edili di Reggio Calabria, tenuta nella sede di Confindustria, non è servita solo presentare la piattaforma per la cessione dei crediti, ma anche per rimarcare in modo netto un percorso avviato negli ultimi anni e che ha portato gli imprenditori a una posizione più marcata a fianco di forze dell’ordine e magistratura. Percorso è confermato dalla presenza al tavolo dei relatori del prefetto Massimo Mariani e in sala del procuratore capo Giovanni Bombardieri, oltre alle massime cariche provinciali delle forze di polizia. «Come Confindustria e Ance – ha esordito il presidente di Confindustria Domenico Vecchio – ci stiamo muovendo in un solco già tracciato. Viviamo in un territorio molto difficile e ne siamo consapevoli, ma questa è una sfida che ci affascina per le tante opportunità che abbiamo davanti. Dobbiamo guardare a futuro con ottimismo anche perché possiamo contare sull'appoggio della magistratura e della Prefettura e sui giovani industriali che hanno dimostrato sul campo le loro capacità nella gestione delle aziende». Il connubio solido che si è creato nel corso degli ultimi anni con le istituzioni è stato il tema portante dell'assemblea. Una collaborazione rimarcata con forza dal prefetto Mariani: «Dal 2009 – ha sottolineato – abbiamo fatto un lungo tratto di strada insieme contrassegnato da alcuni passaggi chiave che hanno rinsaldato il rapporto tra prefettura, mondo produttivo, magistratura e forze dell'ordine. Alla base dello sviluppo non può che esserci la libertà da parte degli imprenditori di fare impresa. Noi siamo al vostro fianco e ci sono tutti i presupposti per avviare una fase di sviluppo». Il pensiero di Mariani non può che andare all'assemblea nazionale indetta a Gallico lo scorso venerdì dalla federazione delle associazioni antiracket e antiusura. Un momento importante per gli imprenditori di Reggio Calabria che da circa un anno hanno creato un'associazione in città per dire no al pizzo e alla 'ndrangheta. Tema sul quale si è soffermato anche Bombardieri. «Noi tuteliamo gli imprenditori onesti – ha ribadito il procuratore – quelli che fanno impresa in modo libero da costrizioni. Continueremo a batterci per difendere chi decide di denunciare». La grande sfida del Pnrr è già iniziata e l'amministrazione comunale di Reggio e quella della Metro city, ha spiegato il sindaco f. f. Paolo Brunetti, stanno cercando di mettere in condizione gli operatori economici di affrontarla al meglio. «È un momento difficile per la città – ha affermato Brunetti – e affrontiamo la grande sfida del Pnrr con una macchina un po' arrugginita per la mancanza di funzionarie dirigenti e anche a causa della politica che spesso spende i soldi invece di investirli. Noi ci stiamo provando con i concorsi per nuove assunzioni. Il Pnrr, tra l'altro, non è un'opportunità solo per Reggio ma per tutta la provincia dove arriveranno ingenti finanziamenti. Questa sfida da una parte ci onora, dall'altra ci fa paura anche se il prefetto ci rincuora garantendoci serenità. Un altro tema importante è quello dell'antiracket: la nostra è una terra complicata, ma questa è la strada giusta e come amministrazione siamo al vostro fianco. La proposta di esenzione dei tributi per le aziende che denunciano i tentativi di estorsione va in questa direzione. Certo, non possiamo essere noi a risolvere i vostri problemi, ma siamo al vostro fianco».
La relazione del presidente Michele Laganà: «Siamo il settore trainante, sbloccata la cessione dei crediti»
Innovazione, Pnrr, maggiore reattività della pubblica amministrazione. E ancora: lotta all'evasione, corruzione, criminalità. Si è articolata su questi temi la relazione nell'assemblea pubblica, in Confindustria, tenuta dal presidente dell'Ance Reggio Calabria Michele Laganà . Nella parte introduttiva, Laganà si è soffermato sull'importanza del ruolo che riveste «il settore delle costruzioni per l’economia calabrese e più in generale per traghettare il nostro Paese ed il nostro settore fuori dalle secche in cui crisi pluriennale, pandemia, guerra e scenari globali di mercato ci hanno condotto. Crescita sostenuta, soprattutto, dalla buona performance degli investimenti privati in edilizia, legati agli incentivi fiscali dei bonus ordinari e del Superbonus. Un ruolo fondamentale è stato giocato anche dai meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura, che hanno permesso di limitare l’impegno finanziario da parte dei cittadini». Il successo della misura, però, potrebbe trasformarsi in un notevole rischio economico per le migliaia di imprese che non riescono a cedere i crediti maturati tramite le operazioni di sconto in fattura. Il decreto 11/2023 vieta, infatti, agli Enti pubblici l’acquisto dei crediti d’imposta ed elimina, per il futuro, la possibilità di optare per la cessione o per lo sconto in fattura, senza affrontare in alcun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. «Il settore delle costruzioni – spiega Laganà - al centro del green deal europeo e delle politiche di transizione ecologica al 2030, è chiamato a produrre uno sforzo senza precedenti al servizio della realizzazione delle opere pubbliche. A trainare il mercato hanno contribuito in misura rilevante le gare del Pnrr, del Fondo complementare e quelle commissariate dal cosiddetto “Sblocca cantieri”». Ingenti finanziamenti, quindi, sono arrivati nei territori. Tutte bene? Secondo Laganà no perché «se la fase di riparto dei fondi ai territori è avvenuta rapidamente, il passaggio dall’allocazione dei fondi alla loro spesa effettiva sta riscontrando alcune difficoltà». È una corsa contro il tempo, sottolinea il presidente: «I prossimi mesi saranno cruciali perché, oltre all’esigenza di affidare le opere del Pnrr e fare partire i relativi cantieri, a fine anno si chiude la programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali europei, e occorre spendere circa 20 miliardi di euro per evitare il disimpegno dei fondi. Inoltre, si sta avviando la nuova programmazione 2021-2027, che prevede per l’Italia oltre 75 miliardi di euro ai quali si aggiungono circa 73 miliardi di Fondo sviluppo e coesione». Un ruolo importante per velocizzare la spesa dei fondi lo giocherà il nuovo codice degli appalti: «Il settore degli appalti pubblici negli ultimi anni ha visto infatti la continua rarefazione sul territorio sia del numero di gare che in termini di importi che di condizioni critiche di partecipazione, con un aumento sia del contenzioso che delle opere bloccate o incompiute. Opere per centinaia di milioni di euro, rimaste solo sulla carta per ragioni quasi tutte riconducibili a difetti programmatico-progettuali, scarsa capacità gestionale delle stazioni appaltanti, prezzi obsoleti, ribassi selvaggi, per citarne solo alcune». L’azione politica per supportare lo sblocco delle cessioni dei crediti fiscali da bonus edilizi si è sviluppata, da parte di Ance, sia a livello nazionale che locale. A Reggio, importante la mediazione del prefetto Massimo Mariani tra Ance e Associazione dei bancaria italiana (Abi). «La convergenza espressa in occasione dell’incontro da parte di tutti gli intervenuti - dice Laganà -, nonché l’opportunità della piattaforma di scambio H&D Smart Platform Ance Reggio Calabria, targata Harley&Dikkinson, ci inducono a sperare plausibilmente in una pronta ed effettiva risposta da parte del sistema bancario anche per scongiurare i rischi di tracollo dell’apparato imprenditoriale». L’impegno dell’Ance nell’ultimo anno è andato anche verso un rafforzamento del legame con magistratura e forze dell’ordine «che ci ha visto già il 12 dicembre 2019 approvare la delibera antiracket», aprire «l’Associazione antiracket Fai Reggio il 17 gennaio 2022 e firmare il “Protocollo d’intesa per la prevenzione dell’estorsione nei cantieri edili - Patto Antiracket” sottoscritto l’11 maggio 2022 tra la Prefettura». Anche, quindi, chiede uno sforzo alla pubblica amministrazione, ma una parte importante dovrà essere giocata anche dai privati per «favorire il trasferimento tecnologico e migliorare la qualità della gestione e delle capacità manageriali delle imprese».