Dato storico ormai acquisito per il pool antimafia di Reggio e per le strutture investigative dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Gico della Guardia di Finanza: roccaforte e quartiere generale del clan degli zingari sono posizionate ad Arghillà, il quartiere dormitorio dell'estrema periferia nord della città dove sono stati realizzati i più imponenti investimenti di edilizia popolare comunale. Proprio tra le palazzine, spesso rubate, dove i blitz interforze scoprono puntualmente gigantesche, e consolidate, sacche di microcriminalità, con la maggiore incidenza nei sottoscala bunker del “Villaggio Arghillà nord” scorrazzano le vigorose gang dei rom. Un esercito di persone, dedite perlopiù a manovalanza criminale, capace di realizzare un significativo salto di qualità nelle gerarchie di ’ndrangheta. Scenari e dinamiche affrontati all'Aula bunker nel processo “Epientro”, nel giorno della testimonianza del collaboratore di giustizia Vittorio Giuseppe Fregona. Come emerge dal verbale di udienza (12 maggio scorso) il tema è affrontato nello specifico dal Pubblico ministero Walter Ignazitto: «Se doveva individuare un referente della ‘ndrangheta del luogo, chi pensava fosse? Lei dice, parla di Andrea, e poi dice: “Ha suo fratello Cosimo, che gestisce una buona parte di Arghillà. Suo fratello Cosimo è basato su Rugolino, ha tanti, un sacco di giovanotti”. Che cosa intende dire quando dice: “Ha un sacco di giovanotti, e gestisce una buona parte di Arghillà”?». Fregona: «Eh, voglio dire che lo vedevo con i miei occhi, nel senso, quando si rivolgeva a qualcuno: “Vai qua, fai questo, fai quell'altro”, perché, voglio dire, la gente non è che si mette a disposizione così, solo perché gli sta simpatico. E quindi, ho supposto che era così la cosa». Pm: «Quando Lei dice: “Ha un sacco di giovanotti”, l'ha pure supposto? Nel corso dell' interrogatorio del 22 ottobre 2009... Ha detto che Cosimo “ha un sacco di giovanotti”. Che vuol dire “ha un sacco di giovanotti”?». Fregona: «Beh, ha un sacco di giovanotti che gli vanno dietro, e funziona così, nel senso, chi ha un gradino più alto, dietro gli vanno tutti dietro». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio