Assurdi e tragici destini della vita. Per un migrante iracheno di 45 anni, infatti, è durato appena 36 ore il sogno di fuggire via definitivamente da guerre, persecuzioni e fame e poter così coronare l’inizio di una “nuova” e migliore vita in Europa, nell’Occidente. L’uomo, benché affetto da alcune patologie non ritenute però gravi ed a rischio di vita, era giunto poco prima dell’alba di ieri, dopo un’operazione di soccorso in mare compiuta al largo della costa della Calabria ionica dalla Guardia Costiera, nel Porto di Roccella Ionica, nella Locride. Oggi pomeriggio, poco dopo pranzo, il migrante iracheno, mentre si trovava nell’area della tensostruttura, tutt’altro che adeguata, di prima accoglienza e soccorso realizzata alcuni anni fa in un’area dello scalo portuale roccellese e gestita da alcune associazioni di volontariato del comprensorio locrideo, ha all’improvviso avvertito un malore, morendo poi nel giro di alcuni minuti. Inutili i soccorsi del personale medico e paramedico. Lo sfortunato migrante, insieme ad altri 47 profughi di nazionalità irachena, afghana e siriana, era partito, a bordo di una barca a vela, il 3 luglio scorso dalle coste della Turchia dopo aver pagato un oneroso “pedaggio” (non meno di 8 mila euro) ai trafficanti di esseri umani che dall’altra parte del Mediterraneo gestiscono ormai da anni il milionario business dell’immigrazione clandestina in Italia e in particolare in Calabria.