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Bova Marina, dissequestrati i beni dell’imprenditore Dellavilla: «Non è legato alla cosca Vadalà»

La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione del Tribunale restituendogli il patrimonio

La Corte d’Appello di Reggio sezione “Misure di prevenzione”, in accoglimento dei motivi di appello presentati dall’avvocato Mario Santambrogio, ha restituito all’imprenditore Leonardo Dellavilla il patrimonio confiscatogli nell’ambito dell’inchiesta “Bellu lavuru”. Nello specifico rientrano nella disponibilità dell’imprenditore appartamenti, terreni, conti correnti e polizze.
Dellavilla, imprenditore nel campo della ristorazione, era stato indagato in diversi procedimenti penali, avviati dalla Procura antimafia di Reggio che avevano messo nel mirino investigativo la cosca Vadalà operante sul territorio di Bova.
Dellavilla, pur essendo stato assolto in tutti i processi penali che lo avevano visto coinvolto, si vedeva notificare un decreto di sequestro di tutti i beni intestati a lui ed alla moglie, che veniva successivamente convertito in confisca da parte del Tribunale. Avverso il decreto di confisca, l’avvocato Mario Santambrogio proponeva appello rilevando «l’inconsistenza probatoria degli elementi utilizzati per ritenere l’imprenditore Dellavilla intestatario fittizio di un consistente patrimonio immobiliare riconducibile al boss Vadalà Domenico». Aggiungendo che «tutte le sentenze assolutorie avevano fatto venir meno il requisito della pericolosità sociale del Dellavilla e ciò era di per se sufficiente a far decadere il decreto di confisca dei beni».

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