L'unica cosa positiva è che l'assenza di vento ha limitato, almeno fino a ieri mattina, il propagarsi delle fiamme. La paura neanche troppo nascosta, però, è che si riproponga lo scenario di due anni fa, quando 7mila ettari dei 67mila del Parco d'Aspromonte sono andati in fumo sotto l'incessante azione distruttiva del fuoco. I primi roghi all'interno del Parco sono scoppiati nella giornata di martedì scorso e domati solo ieri. La situazione in serata infatti sembrava rientrata, soprattutto dopo lo spegnimento del grosso incendio nei pressi del santuario di Polsi. I roghi nonostante l'azione incessante delle squadre di terra di vigili del fuoco e Calabria verde e i Canadair dal cielo continuano a riaccendersi per l'azione criminale dei piromani e delle eccezionali temperature che si sono registrate negli ultimi giorni. La situazione è critica, in particolare, nella Locride ed in tutta l’area grecanica, dove i roghi sono alimentati dal caldo. Decine di ettari di bosco sono stati distrutti dalle fiamme. Sono state colpite in modo particolare le zone di Montebello Jonico e Motta San Giovanni, ma gli incendi imperversano anche in altri comuni del basso Ionio reggino. Anche l’Aspromonte Ionico sta bruciando, con decine di ettari di bosco distrutti in tutta l’area del Parco. I vigili del fuoco sono stati impegnati in numerosi interventi insieme al personale della Protezione civile regionale. Nella zona si è reso necessario anche l’intervento di un Canadair. A Montebello Ionico ed a Motta San Giovanni alcune persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni perché minacciate dalle fiamme. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio