Le fiamme alle porte di Chorio di San Lorenzo. Minacciose, aggressive, distruttive hanno praticamente “bussato” alle abitazioni lungo la fascia collinare più alta. La loro virulenza ha fatto scattare una mezza dozzina di evacuazioni. Tra i primi nuclei familiari allontanati in via precauzionale ci sono stati quelli di famiglie con anziani. È successo nel pomeriggio di ieri ma già dalla mattinata si era intuita la gravità della situazione. Con l’abitato a repentaglio, la prima risposta è arrivata dai residenti. In tanti hanno impugnato pale, picconi e rastrelli, mettendosi all’opera. A tratti si è temuto per la loro incolumità. Sono stati stoici. Encomiabili. In paese sono state vissute ore di panico e paura. E poi registrate anche le lacrime di chi ha visto scomparire sotto gli occhi quello che aveva. Intere aziende agricole sono state cancellate. Le temperature schizzate abbondantemente oltre i 40° hanno reso arroventata l’aria, con una densa coltre di fumo sospinta dal vento a fare da cappa ulteriore. Verso le 14 di ieri si faceva fatica anche solo a respirare. Il tanto atteso Canadair ha fatto la sua comparsa intorno alle 15. Coni primi lanci di acqua prelevata dal mare ha cercato di circoscrivere le fiamme. A seguire, da terra le forze della protezione civile sono arrivate dai centri operativi comunali operativi su tutto il territorio. È stata durissima ma pian piano il risultato si è incominciato a vedere. Poco prima delle 18 l’allarme è rientrato ma è stata una giornata da incubo. Gli incedi ieri hanno continuato a imperversare in tutta l’Area Grecanica. A Melito Porto Salvo, dove il centro operativo è stato aperto con tutte le funzioni in presenza, compresa quella in capo al sindaco, Salvatore Orlando, che ha coordinato le attività, le campagne hanno subito l’ennesimo affondo, con ulteriori tratti di macchia mediterranea finite in fumo. Identica situazione a Montebello Jonico, dove, tra l’altro, il fuoco ha distrutto le tubature della condotta idrica, causando difficoltà nell’approvvigionamento in alcune zone dell’abitato. In particolare a Masella (riferisce il corrispondente Vincenzo Malacrinò, ndr)il fuoco ha circondato una parte dell’abitato e un carabiniere della stazione di Saline diretta dal maresciallo Frdinando Ocello, dopo aver prestato soccorso è stato colto da un lieve malore. Paura anche a Mastropietro, dove una ventina di persone hanno aiutato i vigili del fuoco a domare le fiamme già prossime alle case. Infine a Lazzaro (riferisce Giovanni Legato,, ndr) dopo tre giorni d’inferno, che per l’incendio che ha interessato tutte le località del litorale, da Riace a Ferrina, e quelle a monte dell’abitato (Paolia, Sant’Ilario, Olivitello ecc.) le fiamme sono arrivate, dopo oltre cinque chilometri, alle porte di Motta, per proseguire, dal versante che confina con Montebello, verso le località Degua, Santa Maria e Sfalassà. Interessando un’ampia area e distruggendo centinaia di ettari di macchia mediterranea, querceti e vigneti. Oltre a quello che da giorni sta interessando l’area del torrente Oliveto a Lazzaro, a monte della Statale 106, le fiamme nel pomeriggio di ieri sono arrivate vicinissimo ai fabbricati di via Spinasanta, lungo la provinciale che porta a Motta. Mentre dal tardo pomeriggio di ieri fuoco nella frazione Allai, con le abitazioni minacciate da fiamme altissime e un capannone distrutto. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio