Rifiuti, basta la parola: non è uno slogan ma il terreno su cui consumano emergenze e tensioni politiche. Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Che però anni di commissariamento e più di recente una riforma voluta dalla Regione non abbiano ancora risolto granché è inaccettabile. La gente – e i reggini, forse più di tutti, ne sanno qualcosa – chiedono un servizio efficiente e nulla più. Un traguardo che, malgrado gli sforzi, sembra ancora lontano. L’ultimo atto si consuma dalla parti di Sambatello, tra passaggi nella gestione, tira e molla sui conferimenti e prospettive sempre più incerte per l’ammodernamento dell’impianto da 40 milioni di euro. Le cronache degli ultimi giorni raccontano di un “taglio” delle quantità d’immondizia conferite proprio a Sambatello, con conseguenze inevitabili per tutto il sistema di raccolta. Tanto basta – e ci mancherebbe – al Comune per tornare alla carica contro la Regione, nello specifico sulla decisione di accentrare tutta la gestione nelle mani di Arrical, la nuova (neanche più tanto) autorità unica per acqua e rifiuti. Di «pauroso passo indietro» parlano senza mezzi i gruppi di maggioranza, riaccendendo la polemica su un fronte storicamente caldissimo. Dalla Cittadella tutto tace, anche rispetto alla richiesta di «assumersi piena responsabilità su una questione che sta umiliando ed offendendo interi territori». Silenzio anche da Arrical, persino dopo la dura presa di posizione dei sindaci di quattro capoluoghi su cinque. «Riteniamo indispensabile e urgente dotare Arrical dei suoi organismi rappresentativi e normativi», scrivevano appena due settimane fa il reggino Paolo Brunetti, Nicola Fiorita da Catanzaro, Vincenzo Voce da Crotone e Franz Caruso da Cosenza sottolineando che «devono essere i Comuni a decidere le linee d’intervento da seguire per la riorganizzazione funzionale del ciclo di smaltimento dei rifiuti e di quello idrico integrato nella nostra regione». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio