«La Locride Ambiente spa, forte della sua tradizione di competenza e legalità, mai sfiorata da rapporti o processi di ‘ndrangheta, mai sottoposta a procedimenti penali dolosi o a procedimenti di responsabilità contabile, di corruttela politica o traffico di rifiuti in tutta la sua storia ultraventennale, oggi arde e brucia sullo stesso fuoco appiccato ai suoi mezzi da mani scellerate per interessi occulti». Giovanni Gerace, presidente del consiglio d’amministrazione di Locride Ambiente, non ha dubbi sulla natura del duplice rogo ai danni dei 14 mezzi parcheggiati nei pressi dell’isola ecologica di Siderno.
Due incendi nello spazio di dieci giorni (il 29 luglio il primo e l’8 agosto il secondo), lo hanno indotto a scrivere, in una lettera indirizzata alla Procura della Repubblica, al sottosegretario al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Reggio Calabria (oltre alle massime figure istituzionali di Regione, Città metropolitana e Comuni) che «la gravità di questi eventi delittuosi è da rapportare non solo al danno economico diretto come valore del mezzo ma anche come danno alla ripresa aziendale posto che si trattava per lo più di mezzi funzionanti o recuperabili con poco. In un momento di difficoltà – ha proseguito – questi mezzi erano strategici in attesa di eventuali acquisti o leasing».
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