Reggio

Lunedì 23 Dicembre 2024

'Ndrangheta, ecco com'è stato preso Domenico Crea. Seduto in piscina con un panama bianco

Domenico Crea

Era seduto in piscina con un panama bianco in testa, di fianco a lui la moglie. Entrambi guardavano due bambine giocare poco distante. L’uomo è il giovane padrino della cosca di Rizziconi, Domenico Crea. Gli investigatori dello Sco della Polizia lo braccavano da quattro anni. Fino al quel momento ne avevano fiutato le tracce nel territorio della Piana di Gioia Tauro seguendo i movimento di sua moglie, ma le ricerche non avevano portato alla sua cattura. Il circolo ristretto di fiancheggiatori aveva adottato tutta una serie di precauzioni per proteggere la sua latitanza: spostamenti continui, nessun contatto diretto, cambi di auto prima di giungere al luogo dove era tenuto nascosto. I particolari dell'arresto non sono emersi fino a due giorni fa, quando la Dda di Reggio Calabria e quella di Catanzaro hanno chiuso il cerchio sulla rete di fiancheggiatori. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale, gli inquirenti ricostruiscono l'indagine che li porta fino a quella villetta di Ricadi, nel Vibonese, dove fecero irruzione la notte del 2 agosto 2019 arrestando Crea. La falla nel sistema di protezione sono cinque sim olandesi, usate soprattutto da Domenico Pillari e suo figlio Giovanni e Rocco Versace. Sono loro, secondo quanto emerge dalle indagini, i gestori della latitanza di Domenico Crea. Quei cellulari facevano la spola tra Rizziconi e Ricadi. Il 28 luglio gli investigatori capiscono che qualcosa di anomalo sta succedendo. «Pertanto – si legge nell'ordinanza – alle ore 12:09, Rocco Versace, da Rizziconi... si stava per recare verso la struttura “OldWell” sita tra Tropea e Ricadi... in seno alla quale, insieme al fratello, era proprietario di una parte delle quote societarie... ». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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