Ieri Manuele Ilari non si è presentato a Reggio Calabria in occasione di quello che sarebbe dovuto essere un incontro con le istituzioni. L’attuale proprietario del club si è reso protagonista di una scelta che raramente (forse mai) si era vista nella storia amaranto. Il rapporto tra club, Comune e Città Metropolitana è stato sempre stretto in nome della massima realtà calcistica cittadina, uno dei più grandi e migliori simboli del territorio. Quanto accaduto non è esattamente qualcosa di preventivabile in tempi ordinari e ancor meno auspicabile in una fase burrascosa come quella che si sta attraversando. Tutto nasce da una Pec con cui il sindaco facente funzione Paolo Brunetti ha invitato a Palazzo San Giorgio l’imprenditore romano, oggi proprietario del 100% delle quote. Un atto quasi dovuto considerato il fatto che la Reggina è sì una realtà privata, ma solo fino ad un certo punto. In primis perché custodisce un valore sociale speciale per i reggini e poi perché la crisi in atto ha le stesse caratteristiche di qualsiasi azienda in difficoltà e che genera un indotto significativo sul territorio.
Anzi, tra le critiche che si muovono alle istituzioni c’è quella di essersi mosse troppo in ritardo. Il club amaranto ha anche dei contratti in atto che gli consentono di beneficiare del centro sportivo “Sant’Agata” (di proprietà della città Metropolitana) e dello stadio “Oreste Granillo” (del Comune). Manuele Ilari ha replicato con un’altra Pec con cui ha spiegato la sua assenza all’incontro. Una scelta dovuta all'impossibilità ad interloquire sulla base a quelli che, a suo avviso, sarebbero gli attuali presupposti. In particolare nella mail di risposta Ilari ha sottolineato che mancherebbero le condizioni giuste per poter instaurare un dialogo che possa essere collaborativo.
Il riferimento è stato anche alla necessità di abbandonare toni che ostacolerebbero il rafforzamento della Reggina. Va detto che non presenziare ad un incontro istituzionale non pare essere il miglior modo per creare sinergie o migliorare i rapporti. Nella mail tra l’altro è specificato che il club oggi non è in vendita.
La scelta di non incontrare le istituzioni appare un’iniziativa singolare e non esattamente ciò che i tifosi si sarebbero aspettati da qualcuno che arriva nell’ambiente amaranto. Sarebbe stato il primo vero approccio con una città che oggi si trova a valutare l’arrivo di Ilari anche sulla base di una serie di problemi ereditati ma irrisolti, che suscitano rabbia e preoccupazione tra i reggini e si sperava potessero essere trattati nell’incontro di ieri.
Il “Sant’Agata” continua a non ospitare gli allenamenti della squadra. Diversi lavoratori della struttura non hanno ancora visto saldate le loro pendenze in modo da tornare a prestare la propria opera, la squadra ha messo in mora la società e non ha nessuna intenzione di allenarsi nella struttura senza che siano ripristinate condizioni ritenute idonee per il lavoro di un gruppo di professionisti.
Tutte situazioni che per essere sanate avrebbero bisogno di un investimento in vista del Consiglio di Stato del 29 agosto. Un rischio consistente, anche perché la Reggina non sta praticamente incassando nulla in questa fase ed è noto che oggi la strada verso un esito positivo sia in salita.
Si attende adesso di capire quale posizione esprimerà Ilari, considerato che all’atto decisivo di quest'estate mancano ancora più di dieci giorni e arrivarci con una Reggina ferma ed immobile non pare certo essere il miglior biglietto da visita presentabile.
Intanto, nella serata di ieri la Curva Sud ha emesso un duro comunicato che spiega in maniera netta la posizione di contestazione nei confronti di Felice Saladini e Manuele Ilari: «Riportate la nostra amata Reggina nelle mani delle istituzioni».
Reggina, Ilari non si presenta in città e motiva l’assenza con una Pec
Sempre più incerto il futuro del club tra il Consiglio di Stato (29 agosto) e una nuova proprietà che non convince. Duro comunicato degli ultras
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