«Le compagnie stanno speculando sul prezzo, mentre i gestori degli impianti fanno la fame». Rosario Antipasqua, presidente regionale dell’Associazione nazionale autonoma liberi imprenditori (Asnali), vuole fare chiarezza sul costante aumento dei prezzi dei carburanti dell'ultimo mese. Aumenti, secondo il sindacalista, in parte ingiustificati.
«Nella provincia di Reggio – spiega Antipasqua a Gazzetta del Sud - siamo nella media nazionale, anzi rispetto al Nord i prezzi sono un po' più contenuti, ma comunque ingiustificati. Ci risulta che i prezzi cambiano da impianto a impianto e questo dipende dalla compagnie e non dai gestori. In Italia ci sono quattro compagnie che gestiscono il mercato della distribuzione e le raffinerie. Tra queste c'è anche l'Eni che è la compagnia di Stato. Sul costo incidono anche il trasporto e la tassazione in maniera sostanziale».
Quindi, secondo Antipasqua e la sua associazione ci sarebbe «la tendenza delle compagnie a rialzare i prezzi alla pompa, ma quello che i cittadini devono capire è che il gestore mantiene sempre lo stesso margine di guadagno. Prezzi più alti non vuol dire maggiore profitto per i proprietari degli impianti sul territorio. Mentre le compagnie, quindi, guadagnano 25/30 centesimi netti al litro, al gestore vanno 3/5 centesimi, cioè 3 al self-service e 5 servito. Si capirà che il rapporto e di 1 a 6 in favore delle compagnie nella migliore delle ipotesi». Va un po' meglio ai gestori di impianti non legati ai quattro colossi, dove il margine oscilla tra i 7 e gli 8 centesimi, «ma – fa notare il presidente dell'Asnali Rosario Antipasqua – anche loro si approvvigionano sempre dalle grandi compagnie».
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