Reggio

Lunedì 23 Dicembre 2024

Reggio, processo Gotha: “Paolo Romeo grande stratega della criminalità organizzata”

Agitatore di popolo durante la rivolta di Reggio Calabria, parlamentare della Repubblica, sostenitore della latitanza del terrorista nero Franco Freda, legato al doppio filo con il potente clan De Stefano, membro occulto della cupola massomafiosa che avrebbe governato la città dello Stretto per decenni. Chi è realmente Paolo Romeo? La parte dominante delle motivazioni alla sentenza del processo Gotha riguarda l’avvocato reggino, un uomo che si è trovato per decenni al centro di una fittissima rete di relazioni nella sua città. Relazioni che spaziavano dall’ex presidente di sezione della Cassazione Giuseppe Tuccio fino agli organizzatori di eventi di quartiere. Un gestore di potere, educato nelle richieste ma piuttosto perentorio nei toni. Un regista, che non compariva mai davanti alla macchina da presa. In una delle tante conversazioni captate dagli inquirenti, Antonio Marra dialogando con Romeo diceva a chiare lettere che a loro piaceva stare «dietro ai rovi, dietro al muro», non esporsi mai in prima persona. Una posizione dominante e centrale nella vita politica e sociale di Reggio Calabria, che neanche la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo denominato “Olimpia” aveva scalfito. Riverito e temuto, ossequiato e rispettato Paolo Romeo avrebbe continuato a dettare i tempi della politica cittadina, indirizzato finanziamenti pubblici, flirtato con amministratori e ‘ndranghetisti dal suo studio che affacciava su corso Garibaldi. Nell’inchiesta Gotha, i magistrati della Dda gli cuciono addosso un vestito nuovo: quello del componente della cupola massomafiosa che avrebbe gestito la città dello Stretto per alcuni decenni. Una posizione che i magistrati ritengono di avere confermato anche grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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