Non è solo la chiusura per lavori di manutenzione delle gallerie “Torbido” e “Limina” a destare la preoccupazione di chi percorre la strada di grande comunicazione 682 “Ionio-Tirreno”. Drammatici incidenti mortali come quello accaduto domenica nei pressi di Melicucco pongono una questione più generale di sicurezza legata alla percorribilità della trasversale su cui transitano ogni giorno migliaia di autoveicoli.
Non è la prima volta che si muore sulla “Ionio-Tirreno”. Lo dicono i mazzi di fiori che i congiunti legano al guard-rail col fil di ferro, più che la ricerca negli archivi di stampa. Una strada relativamente giovane ma già di vecchia concezione, che se da un lato ha aperto agli scambi tra le due sponde del territorio metropolitano, mostra tutti i suoi limiti quando qualcuno, evidentemente incapace di programmare per tempo i propri spostamenti, pensa di guadagnare minuti infrangendo le regole. Anche a costo della propria e dell’altrui incolumità. La presunzione con la quale c’è chi sostiene di poter raggiungere in un’ora dalla Locride l’aeroporto di Lamezia Terme è il caso più emblematico. Ma ce ne sono tanti altri.
Eppure, la segnaletica è eloquente: 90 km/h è il limite di velocità e striscia continua della mezzeria che diventa tratteggiata (partendo dalla sponda ionica) per poche decine di metri che precedono lo svincolo di Mammola. Significa che all’inizio si può sorpassare solo in quel breve tratto e se ci sono le condizioni per farlo. Poche centinaia di metri dopo, inizia la ripida salita che mette alla prova i cavalli del motore: chi ne ha tanti riesce a superare perché le corsie diventano tre ed è consentito farlo a chi sale verso la galleria della Limina; chi non ne ha, arranca nella corsia dei veicoli lenti.
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