Due mesi e mezzo di silenzio per provare a salvare il salvabile ma adesso l'ex presidente della Reggina, Marcello Cardona, è un fiume in piena. E precisa tante cose. "Appena ho rassegnato le dimissioni nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha detto nulla se volevo o meno restare. Nemmeno la proprietà, l’ho fatto perché d'improvviso mi è stato detto che la società era in vendita. Dopo la mezzanotte del 20 giugno ricevo una telefonata di una nostra consulente economica che mi comunicava che non era stato ottemperato il pagamento dello stralcio dell'omologa lasciandomi sconcertato: parlo dei famosi 750 mila euro. Il giorno dopo ho incontrato un altro consulente del club che mi ha confermato che non si era ottemperato al pagamento. Ci siamo assunti questo rischio mi è stato detto. Mi sono dimesso per queste due azioni scellerate che non condividevo". E poi spiega di non aver parlato sino ad oggi perché: "Avrei rischiato di cancellare definitivamente le già flebili speranze della Reggina nel procedimento giudiziario con cui sperava di essere riammessa in serie B".