In occasione dell’evento “Se cresce il sud cresce l’Europa” che ha registrato al castello Ruffo la presenza di tante personalità politiche anche parlamentari europei, il gruppo di attivisti che ha a cuore le sorti dell’ex nosocomio di Scilla ha affisso degli striscioni per manifestare in modo pacifico e democratico contro la chiusura e la demolizione della parte nuova dello “Scillesi d’America”.
Il parroco di Scilla don Francesco Cuzzocrea, che più volte ha esortato le autorità preposte alla riapertura del nosocomio, ha reso noto che la Questura poche ore prima della convention ha ordinato la rimozione degli striscioni affissi ai lati della chiesa Matrice nei pressi del castello Ruffo. La notizia è rimbalzata sui social e la cittadinanza si è indignata.
«Credo che la protesta sia lecita – scrive il dottore Enzo Currò – soprattutto se rispettosa, non offensiva e se trattasi di chiedere un diritto sacrosanto, offeso e umiliato. Soprattutto se il presidente Occhiuto dimostra di affrontare il problema, Scilla nello specifico, ma la sanità in Calabria, con arroganza e criteri geografici».
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