C’è sempre l’abbandono e il degrado a fare da sfondo agli incendi nel territorio comunale. È stato così anche per i recenti roghi spaventosi, che hanno richiesto uno sforzo considerevole da parte dei Vigili del fuoco e dei volontari del Centro italiano di Protezione civile, per lo più originati nei pressi del quartiere ghetto della Ciambra, in particolare lungo la via Fosso Mastro, ormai praticamente ricoperta dalla vegetazione tanto che in alcuni punti della carreggiata si rende impossibile il passaggio di due autovetture.
Ma anche in molte altre zone della città, perfino centrali, la situazione non è poi tanto diversa al punto che non è più una questione di decoro urbano ma di igiene pubblica e sicurezza.
Il quartiere ghetto della Ciambra – dove abita in condizioni davvero disumane una folta comunità rom – è infatti soffocato dalle sterpaglie e soprattutto dalla spazzatura. A tal proposito, nei giorni scorsi il presidente del movimento politico “Insieme per Gioia” Santo Bagalà ha nuovamente scritto al sindaco Aldo Alessio, all’Ufficio di Igiene e sanità di Gioia Tauro, all’ATERP Calabria e, per conoscenza, a diverse alte cariche istituzionali, addirittura dal presidente della Repubblica Mattarella al presidente del Consiglio Meloni, passando dai ministri degli Interni Piantedosi, della Salute Schillaci, ma anche al presidente della Regione Occhiuto, al prefetto Massimo Mariani, a S.E Francesco Milito vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, al sindaco metropolitano Versace per finire al Garante dell’infanzia Antonio Marziale e al Garante della salute Annamaria Stanganelli, per evidenziare come, a distanza di quasi venti giorni da quando lo stesso movimento ha denunciato il pericolo sociale in cui versano i residenti del rione Ciambra, nulla sia cambiato e non si intravedano azioni per affrontare il problema.
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