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Reggio, in barca a vela tra le onde del mare per affrontare le insidie del diabete

Bella iniziativa dell’“A.G.D. prof. Renato Caminiti”. Dodici bambini hanno partecipato a un’esperienza indimenticabile

Attraversare il «sali e scendi delle onde del mare» in barca a vela per attraversare meglio anche il “sali e scendi” della vita con le sue prove infinite cui siamo chiamati ogni giorno a rispondere. Ecco la bella ed originale esperienza che hanno vissuto dodici bambini legati all’“A.G.D. prof. Renato Caminiti” e curati presso il reparto di pediatria e Diabetologia del Grande Ospedale Metropolitano diretto da Domenico Minasi e direttamente seguiti dalla dottoressa Marilena Lia, pediatra diabetologa.
Una escursione in barca a vela organizzata dall’“associazione Giovani con Diabete professore Renato Caminiti” in collaborazione con i volontari della Lega Navale, perché lì in mezzo al mare, in balia delle onde, delle correnti e dei venti, la via maestra è sempre quella della corretta gestione della barca e dell’autocontrollo, e sono proprio questi i criteri guida anche nella gestione dei valori glicemici dei piccoli pazienti. E così, questa giornata speciale, trascorsa tra affetto ed emozioni, in un mare blu da solcare, resterà il ricordo per questi bambini di età compresa tra i 4 e gli 8 anni, affetti da diabete di tipo 1, accompagnati dai genitori e dal presidente della lega Navale di Villa San Giovanni arch. Domenico Barresi e da Raffaella Caminiti e Gabriella Arena, responsabili dell’Agdm.

«L'obiettivo finale è quello di favorire in ognuno di questi bambini una sempre maggiore autonomia nella gestione della terapia e la condivisione di esperienze e spezzoni di vita – sottolinea Raffaella Caminiti –. Il diabete di tipo 1 necessita, infatti, di un controllo costante della glicemia associato a più iniezioni al giorno di insulina e se si sbagliano le scelte da prendere, si può determinare un “sali e scendi” dei valori glicemici; pertanto, andare per mare a vela e tenere dritta la barca nel tempestoso mare della vita è una metafora molto efficace per accompagnare i ragazzi ad essere sempre più consapevoli e responsabili della propria condizione, sempre alla ricerca di quell'equilibrio glicemico tra ipo e iper, tra valori alti e valori bassi, che impegna molto gli stessi bambini ma ovviamente anche le rispettive famiglie».

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