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Gerace, bimba allontanata durante una messa di matrimonio. Il papà: «Chiesa distante dall’autismo»

Lettera del genitore della bambina: «Ho letto offese e falsità: il prete ha fatto pressione su di me perché ritirassi tutto e il Consiglio pastorale per difenderlo parla di un inesistente “pianto a dirotto”»

La cattedrale, ora basilica, di Gerace

Riceviamo e pubblichiamo dal signor G.S., papà della bambina “allontanata” dal sacerdote durante la celebrazione di un matrimonio. Un caso destinato a a fare ancora discutere.

«Buongiorno con la presente vorrei replicare su quanto riportato dagli organi di stampa in merito alle affermazioni del prete sulla vicenda di allontanamento di mia figlia dalla Basilica di Gerace. Innanzitutto, prendo le distanze dalle offese che alcuni hanno fatto sui social e dalle interpretazioni che sono state fatte sulla vicenda, nonché da frasi virgolettale dette dal prete che non ho scritto né dichiarato. La lettera inviata al vescovo è l’unica comunicazione ufficiale seguita dalla sue successive scuse.
«Gli sviluppi della vicenda risalgono a circa una settimana fa, precisamente al 7 settembre. Nella mattinata il prete ha contattato mio padre e ha fatto presente che questa situazione aveva avuto un forte impatto mediatico e ha cercato di fare pressione su di lui affinché io ritrattassi tutto con una nota alle testate giornalistiche. Sempre con le stesse intenzioni, mi ha contattato telefonicamente e già in quella occasione ho detto che non avrei modificato la mia posizione ribadendogli cosa aveva fatto. Pertanto riconfermo nuovamente che ha allontanato la bambina dalla Chiesa, cosa che ho riportato anche una seconda volta al vescovo. È fin troppo semplice lavarsi la coscienza attraverso la smentita di una ricostruzione arbitraria dei fatti, e quindi da me non dichiarata, evitando di prendersi la responsabilità delle azioni compiute. Invece di pensare prima alla propria immagine bisogna essere onesti con se stessi e ammettere i propri errori.

«Mi risulta singolare la posizione presa dal Consiglio Pastorale di Gerace (Cpg) che per mettere in atto la difesa del prete in questione parla di “un pianto a dirotto” , che smentisco, come smentisco che abbia disturbato la celebrazione, altra cosa non vera. Successivamente il Cpg pone l’accento su quello che è il ruolo dei genitori e parenti in queste situazioni. Vorrei ricordare allo stesso Cpg che la situazione non era tale da dover richiedere l’intervento di parenti e la bambina poteva rimanere tranquillamente in Chiesa. Vista la dichiarazione resa a stampa mi chiedo se lo stesso Cpg conosca l’impegno e le attenzioni che in ogni momento vengono date dai genitori di bambini autistici ai loro figli. Ma dalle parole scritte sembra che ancora manchi questa consapevolezza, forse dovuta alla distanza che esiste tra la Chiesa e l’autismo. E invece di accorciare questa lontananza si pensa a far passare la propria versione come la verità assoluta e incontestabile plasmando e ammorbidendo la circostanza descritta».

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