C’era una volta una galleria da chiudere subito per indifferibili lavori di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria. Anzi, ce n’erano due. La prima si chiama “Torbido” dal nome della fiumara che l’attraversa. Troppe infiltrazioni d’acqua: la galleria va chiusa al traffico da lunedì 15 maggio almeno fino al 30 giugno perché la volta è a rischio crollo», è la voce stentorea dei vertici dell’Anas calabrese durante un Comitato per la viabilità in Prefettura convocato lo scorso 9 maggio a Reggio. Ma sul calar della sera, la Cittadella regionale si trasforma in Gotham City, laddove l’assessore al Lavoro Giovanni Calabrese indossa i panni del supereroe e con una semplice telefonata convince l’Anas a rinviare i lavori a settembre. Il rischio crollo? Sparito. Le infiltrazioni d’acqua che mettono a repentaglio la tenuta della volta? Ma va’! Come per incanto, spariscono anche il semaforo, i new jersey e i mezzi dell’impresa che ha fatto i lavori nel primo semestre. Arriva poi 14 luglio. Roberto Occhiuto ha il volto corrucciato perché annuncia di aver saputo dall’Anas che anche la galleria della Limina (3,2 km in mezzo alla Ionio-Tirreno) dovrà chiudere per lavori indifferibili da avviare a inizio 2024 e che dureranno venti mesi. La Metro City prende tempo, ma sabato scorso convoca un consiglio aperto presentando uno studio di prefattibilità per realizzare un bypass stabile da utilizzare in tutti i casi in cui non si potrà passare dalla galleria della Limina. Lo ha trasmesso al Ministero dei Trasporti. Ed è, a oggi, l’unica ipotesi progettuale partecipata all’opinione pubblica che lunedì sera di un settembre ancora afoso apprende da una nota stampa della Cittadella di Gotham City che Occhiuto è quasi sicuro che la galleria della Limina non chiuderà (se non in orari notturni) e che i mezzi di soccorso potranno sempre passare. Una favola a lieto fine, insomma. Ma come si fa a condividere l’ottimismo ostentato dal governatore senza prendere visione di uno straccio di progetto e senza la certezza che venga approvato? Come si fa a credere all’Anas che ora sembra ammettere che i lavori di scalpellamento dell’interno della volta e di rifacimento della sua superficie potranno essere compiuti lavorando solo di notte? È stata prevista l’opera che permetterà di irregimentare e fare scolare quelle acque che a oggi gli automobilisti si ritrovano sul parabrezza mentre transitano? Si è tenuto conto della proposta avanzata dall’ex viceministro Aurelio Misiti di fare produrre in un cantiere esterno i pezzi di volta per poi limitarsi al loro montaggio dentro la galleria? Sono domande che necessitano di una risposta. Perché c’è una popolazione che alle fiabe a lieto fine – forse – comincia a non credere più. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria