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Porto di Gioia Tauro, per gli addetti ai lavori l’Ets è un autogol

L’ingegnere dei trasporti Giuseppe Romeo, ex assessore: «Gioia Tauro è il porto italiano che pagherà il prezzo più alto»

«Il regolamento ETS n. 2023/959 partorito dalla UE e confusamente votato dalle rappresentanze politiche italiane è un clamoroso autogol che rischia di favorire porti extra UE rispetto ai porti comunitari».
A sostenerlo non è uno dei tanti esponenti di partito, amministratori, sindacalisti che, in questi giorni, stanno intervenendo senza soluzione di continuità in attesa del flashmob in difesa dello scalo gioiese indetto per il prossimo 17 ottobre, ma un addetto ai lavori che opera con la sua società di periti navali sia nel porto di Gioia Tauro che in tanti altri porti nazionali ed esteri: l’ingegnere dei Trasporti, Giuseppe Romeo, dai più conosciuto come ex assessore comunale ai LLPP e presidente dell’associazione “Agire”.
«È risaputo – evidenzia nella sua analisi il giovane professionista, figlio del quartiere Marina – che Gioia Tauro è un hub di transhipment con caratteristiche di transito merci garantito dal sistema di feederaggio e come tale, se il regolamento non venisse emendato, sarà il porto italiano che pagherà il prezzo più alto in termini di ricaduta occupazionale e circolazione delle navi in entrata ed uscita».
Per Romeo, il regolamento denota la «fragilità del sistema Europa (UE unita dalla moneta ma divisa da legislazione e dalla lingua dei singoli paesi comunitari), incapace – rimarca – di adeguarsi alle convenzioni internazionali e agli accordi sul clima per abbattere le emissioni di CO2 nel lungo periodo, dando invece la giusta possibilità agli armatori di equipaggiare le proprie navi per l’abbattimento delle emissioni».

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