I “mostri della politica”, personaggi costruiti a tavolino dalle ’ndrine per infiltrarsi nei Palazzi che contano. Anche di questo si è parlato nella recente audizione del procuratore Giovanni Bombardieri in Commissione parlamentare antimafia. E non è probabilmente un caso che a sollevare la questione sia stato l’on. Federico Cafiero De Raho, in passato procuratore di Reggio prima che procuratore nazionale antimafia. «Nella sentenza “Gotha” – ha detto l’attuale deputato del Movimento 5 Stelle – si parla proprio di una struttura quasi sovraordinata, con una proiezione finalizzata specificamente ai rapporti della ’ndrangheta con la politica, con addirittura la finalità di far crescere dei soggetti perché potessero ricoprire alcuni ruoli nell’ambito della politica. Successivamente, abbiamo avuto altri segnali di questo tipo».
Interessante la risposta di Bombardieri, che ha fatto una - inevitabilmente rapida - disamina del sempre controverso rapporto. «L’onorevole Cafiero De Raho faceva riferimento, in quelle intercettazioni e a quello che è stato accertato, all’organizzazione che “si vantava” di creare i cosiddetti mostri, cioè soggetti che dal nulla avevano consenso elettorale e che avessero consapevolezza che il loro consenso elettorale era stato creato appositamente dai loro “padrini politici” in modo da rendergliene conto e merito».
Il sistema è chiaro, e si ripete: «Si prende un soggetto che non ha nessuna ascendenza o seguito politico, lo si lancia in politica, lo si dota di un pacchetto elettorale che gli consenta di essere eletto, in modo che abbia anche la consapevolezza di sapere che lui non aveva niente prima e che la sua affermazione elettorale sia dovuta solamente al suo padrino politico, in modo da poter essere manovrato ed essere oggetto delle attenzioni della cosca una volta che viene creato».
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