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Reggio, pista ciclabile: un fallimento costato 2 milioni di euro

Un progetto naufragato tra erbacce, sporcizia e cordoli divelti ma si pensa a farne un’altra. Il tracciato tortuoso e discontinuo è ormai abbandonato e nessuno vuole ripristinarlo

Girando per le città della Calabria sorge il dubbio che le opere pubbliche, spesso, vengano fatte non perché servano, ma solo per spendere in qualche modo dei fondi che si hanno a disposizione. A Reggio Calabria, per esempio, basta dare un’occhiata alla pista ciclabile, o a quel che ne resta dopo anni di abbandono, per rendersi conto di che fine possano fare i soldi pubblici nella città dello Stretto. Per la realizzazione dell’opera (si fa per dire), che avrebbe dovuto coprire circa 6 chilometri, sono stati spesi 2 milioni. Fondi gettati alle ortiche. E non è un modo di dire: seguendo il tracciato, tutt’altro che lineare, le erbacce crescono indisturbate tra il marciapiede e la pista, ricoperta di qualsiasi tipo di immondizia. Si parte subito male. Siamo nella zona del Tempietto dove, tra l’altro, il cantiere per ammodernare quel tratto di lungomare è fermo e i lavori hanno sforato da tempo il cronoprogramma.
La pista ciclabile nella sua parte iniziale, si diceva: qualche centinaio di metri ricoperti di sabbia e sporcizia, cordoli divelti, che conclude la sua triste corsa sulle reti del cantiere dell’ormai celeberrimo ponticello sul Calopinace. La strada gira verso sinistra e passa sotto un cavalcavia, le tracce della pista ciclabile si perdono e le ritroviamo svoltando a destra sul ponte che punta verso via Luigi Galvani. Qui la pista ciclabile scompare di nuovo e non si ha traccia neanche a via Aldo Moro, dove sorge la caserma della Polizia locale. Se si ha voglia di continuare, si arriva davanti allo stabilimento dell’Hitachi, qui si assiste a una specie di miracolo: insieme alla pista ciclabile c’è la prima (e ultima) segnaletica verticale con un omino su una bicicletta. Si griderebbe al miracolo se non fosse che la pista dopo un centinaio di metri finisce a pochi passi da una discarica a cielo aperto.

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