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Porto di Gioia Tauro, non piace il ridimensionamento: è il giorno della mobilitazione

Al gate d’ingresso il “flash mob” per chiedere la revisione della direttiva ETS. Unioncamere: «Le conseguenze di un abbandono sarebbero rilevanti per l’intero Paese»

Ci siamo: dopo settimane di assemblee pubbliche, incontri organizzativi, appelli, conferenze stampa, comunicati, denunce, analisi e riflessioni e anche qualche polemica, il giorno fatidico in cui il porto di Gioia Tauro farà sentire la sua voce è arrivato.

Tra poco, infatti, l’intero cluster orbitante intorno ad una delle infrastrutture più importanti del Sud Italia – terminalisti, operai, imprenditori, Autorità portuale – affiancato da amministratori, politici, chiesa, sindacati, associazioni di categoria, realtà associative, semplici cittadini, con delegazioni provenienti da ogni parte della regione, attraverso un “flash mob”, che consiste nell’esibire al gate d’ingresso uno striscione lungo 40 metri riportante la scritta “Il porto di Gioia Tauro non si ferma”, tenterà di mandare un messaggio forte e chiaro all’Unione europea, affinché a Bruxelles si prenda coscienza (applicando dei correttivi) dell’iniquità di una direttiva contro le emissioni applicata dal 1. gennaio agli armatori che scalano i porti dei Paesi membri, senza considerare che sullo stesso “Mare nostrum” si affacciano nazioni e scali nordafricani che da questa “carbon- tax” sono esenti.

Tutto ciò, come è facile intuire, rischia di ridimensionare pesantemente le performance dei terminal europei, in primis proprio Gioia Tauro, generando concorrenza sleale. Prevista dunque un’affluenza di migliaia di persone per quella che lo stesso presidente dell’Autorità di Sistema, Agostinelli, ha ipotizzato sarà la più grande manifestazione organizzata da quando esiste lo stesso porto. All’iniziativa saranno certamente presenti anche il governatore Occhiuto, il presidente del Consiglio regionale Mancuso e a cascata tutti i rappresentanti istituzionali regionali, provinciali e territoriali con oltre 50 sindaci che hanno già dato la loro adesione.

I manifestanti attendono, sotto la pioggia, l'arrivo del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

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