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Reggio, minacciò l’agente che arrestò il fratello: in manette Vito Morelli

Facebook fatale, e ritorno in carcere, per Vito Morelli, che gli inquirenti indicano come uno dei «capi della comunità rom cittadina con base nel rione Marconi». Arrestato, per l'aggravamento della misura disposta dal Gip: si trovava ai domiciliari lontano dalla Calabria, dopo aver beneficiato della misura alternativa per proseguire a scontare una pena residua (vicenda parallela) e perchè coinvolto nella scelta di vendicarsi in proprio dell’uccisione del fratello, Nino Morelli (nell'immediatezza dell'omicidio fu incastrato dalle telecamere della videosorveglianza dopo aver abbandonato i domiciliari ed armato di pistola recandosi nell'area della scena del crimine tra i rioni Marconi e Cusmano alla ricerca dell’assassino del fratello, vittima innocente).
Una relazione della Questura, comunicata al difensore di fiducia, avvocato Giacomo Iaria, ha incastrato Vito Morelli. Le tappe sono ricostruite dal Gip: «A seguito dell'arresto in flagranza di reato del fratello, Vito Morelli inviava, tramite l'applicazione della messaggistica istantanea “Facebook Messenger”, all'assistente capo della Polizia di Stato che aveva provveduto all'arresto un messaggio intimidatorio del seguente tenore “hai arrestato mio fratello che grado ti hanno dato ora? Ci vediamo tranquillo”».

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