'Ndrangheta in Lombardia, i clan della Calabria diventano "sistema": il radicamento nel territorio facilitato da aziende e politica
È un approccio nuovo, un modo di operare diverso in un contesto ormai mutato e pronto ad accogliere i soldi delle cosche senza andare troppo per il sottile. È quanto sostiene, in estrema sintesi, la Tribunale di Como che, nelle 300 pagine di motivazioni alla sentenza del processo “Cavalli di razza”, traccia un quadro nel quale i clan calabresi si muovono con modalità e obiettivi diversi rispetto al passato. La ‘ndrangheta in Lombardia, secondo quanto sostengono i giudici di Como, non avrebbe più necessità di infiltrarsi, ma si sarebbe fatta “sistema”, dialogando ormai con parte del mondo imprenditoriale e politico della regione più ricca d’Italia. Dall’inchiesta, scrive il Tribunale a questo riguardo, è stato «sfatato il falso mito della ‘ndrangheta che, come un male serpeggiante, si infiltra in un tessuto economico sano, contaminandolo». È emersa, invece, una «imprenditoria che non si limita a subire la 'ndrangheta, ma si pone in affari con la stessa, spesso prendendo l’iniziativa» e ricavandone «vantaggi». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria