«In quanto destinatario “solo” di una informazione interdittiva antimafia, poteva percepire le somme in questione e non era nelle condizioni incapacitanti previste dall'art. 67 (relativo al d. lgs. 159/2011); l'omessa dichiarazione dell’insussistenza delle condizioni previste da detta norma non aveva idoneità decettiva ai fini della sussistenza del reato ipotizzato». Di conseguenza «l'ordinanza impugnata e il decreto emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Locri in data 10.8.2022 devono quindi essere annullate senza rinvio per l'insussistenza del requisito del fumus commissi deliciti, con conseguente restituzione di quanto in sequestro all'avente diritto». È quanto ha deciso la Sesta sezione penale della Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale ha accolto il ricorso presentato dall’avv. Riccardo Misaggi, del foro di Locri, nell’interesse del 47enne T.T., amministratore delegato di una impresa con sede legale a Marina di Gioiosa Ionica. Il Tribunale di Reggio Calabria ha ridotto l’oggetto del sequestro preventivo finalizzato alla confisca – fino alla concorrenza di euro 29.118,60 euro – disposto nei riguardi della società di cui è amministratore il 47enne gioiosano, indagato per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Secondo la prospettiva accusatoria, l’imprenditore avrebbe fatto domanda di accesso ai fondi stanziati in relazione alla situazione emergenziale legata alla diffusione del virus Covid-19, che imponeva di autocertificare la sussistenza di taluni presupposti, tra cui quello di non essere incorsi in alcuna delle cause di esclusione dai pubblici appalti previste dall’art. 80 d. lgs. 18 aprile 2016 n. 50, che, a sua volta, richiama le norme del codice antimafia in tema di misure interdittive. Nella dichiarazione in questione, l’imprenditore avrebbe affermato che la società da lui rappresentata non fosse sottoposta a nessuna delle indicate cause di esclusione laddove invece l'ente era stato destinatario di una informazione prefettizia antimafia. In tal modo sarebbe stato ottenuto indebitamente un finanziamento di 30.000 euro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria