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Reggio, agenti della Penitenziaria a processo per il “caso Peluso”. Il Gup: “Brutale aggressione fisica”

«L'uso della forza risponde a una chiara esigenza “punitiva” come reazione alla fase iniziale della gestione operativa»

Sono 6 le divise della Polizia penitenziaria in servizio alle carceri reggine “San Pietro” che affronteranno il processo per il “caso Peluso”, il detenuto napoletano che sarebbe stato picchiato, e sottoposto a tortura, il 22 gennaio 2022. Il Gup motiva la sua decisione escludendo la preordinazione: «Appare quindi evidente, e tale aspetto è di particolare importanza probatoria, come nella fase iniziale della gestione operativa dell'evento critico nessun atto di violenza fisica venisse posto in essere dalla Polizia penitenziaria che stava trasferendo il Peluso dall'area passeggio al reparto Caronte, circostanza che esclude che vi fosse stata preordinazione rispetto a quanto poi avvenuto; ed è altresì evidente come solo ad un certo punto, come reazione al comportamento del Peluso, sicuramente diretto a resistere/opporsi al suo trasferimento nel reparto Caronte (appare più che verosimile ritenere come il Peluso, avuta contezza di dovere essere trasferito nel reparto Caronte, abbia cercato di opporsi e nel tentativo di fare ciò sia caduto a terra, o si sia buttato a terra, dovendosi precisare, ancora una volta, come la prova sul punto, contraddittoria, non consente di ritenere anche che egli colpisse fisicamente le guardie penitenziarie)».

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