Voleva ricostituire la locale di ‘Ndrangheta di Rho, in provincia di Milano. Per questo motivo Gaetano Bandiera è stato condannato a dieci anni e dieci mesi di carcere. Storico boss della ‘ndrangheta in Lombardia, 75 anni, Bandiera è uno degli imputati principali del maxi processo celebrato col rito abbreviato a carico di oltre 40 imputati.
Il procedimento nasce dalle indagini della Squadra mobile di Milano, coordinate dalla pm della Dda Alessandra Cerreti. La ricostituzione della locale di Rho, decapitata nel 2010 con il blitz “Infinito” è avvenuta con arcaici metodi intimidatori, come “teste di maiale” lasciate fuori dalle porte, il “controllo del territorio” col “pizzo“, traffici di cocaina e armi, ma anche con la più moderna “vocazione imprenditoriale“.
L’inchiesta aveva portato a un blitz a fine novembre 2022, quando erano state arrestate 47 persone: per quasi tutti gli imputati sono arrivate condanne, salvo un abbassamento delle pene rispetto alle richieste, perché è caduta la contestazione di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
In pratica il gup di Milano Anna Magelli, riconoscendo l’imputazione di associazione mafiosa contestata dal pm, ha assolto gli imputati dall’accusa di narcotraffico, condannandoli per singoli episodi di spaccio. Per Gaetano Bandiera il giudice ha emesso una condanna a 10 anni e 10 mesi. A 16 anni e 8 mesi è stato condannato il figlio Cristian Bandiera mentre Caterina Giancotti, 46 anni, ritenuta dai pm “braccio destro” di Cristian nella “direzione” della cosca, è stata condannata a 9 anni e 5 mesi, ma in continuazione con una precedente condanna a 2 anni e 10 mesi.
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