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Reggio, “rotta siciliana” della droga: 11 condanne. Pene ridotte per i presunti “capi” Domenico e Francesco Mammoliti

La sentenza della Corte d’appello sul filone in abbreviato di “Koleos". Impianto accusatorio confermato, sei assoluzioni

Si è concluso in appello con 11 condanne a un totale di circa 120 anni di reclusione e 6 assoluzioni il filone dell’abbreviato del maxiprocesso “Koleos”. I giudici della seconda sezione penale della Corte di appello di Reggio Calabria (Bianchi, Minniti e Palermo) hanno riformato la sentenza del Gup distrettuale reggino del novembre del 2021, riformando la pena per 11 imputati, per i quali è stato comunque sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio della Procura distrettuale, recepito dalla Procura Generale, con condanne che vanno dai 7 ai 15 anni di reclusione.

Con l’indagine “Koleos” scattata nel luglio 2020, gli investigatori della Polizia hanno smascherato un traffico di droga tra la Locride e la Sicilia, in particolare in provincia di Messina e Catania, e con la Puglia, nello specifico in provincia di Bari, Brindisi, Taranto e Lecce. Un traffico che ha portato ad individuare una struttura che aveva la disponibilità di basi logistiche, di mezzi predisposti ad hoc, attraverso cui effettuare il trasporto e la consegna dello stupefacente, nonché l’esistenza di un gruppo stabile di rivenditori al dettaglio collocati su più regioni.

Dalla lettura del dispositivo emerge la “pesante” assoluzione dell’imputato Giuseppe Giorgi, condannato in primo grado a 20 anni di reclusione in quanto ritenuto capo promotore, dirigente ed organizzatore dell’associazione finalizzata al narcotraffico, oltre ad altre contestazioni relative a 4 episodi di spaccio e uno di detenzione di arma. Per l’accusa Giuseppe Giorgi, (classe 1990), sarebbe stati uno dei referenti principali nella “struttura aziendale” dell’associazione.

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