Agguato a S. Cristina, il colpo letale sparato dal lato guida. Dalla balistica dubbi sul bersaglio
E se l’obiettivo del killer non fosse stata Francesca Romeo? Le risultanze delle analisi balistiche e dell’autopsia fanno aumentare i dubbi degli inquirenti sulle reali intenzioni dell’assassino che, sabato scorso, ha sparato uccidendo la dottoressa 67enne di Seminara. Secondo quanto appurato dall’autopsia, la donna è stata raggiunta dai pallettoni tra il volto ed il collo, ferita mortalmente nella zona facciale sinistra. L’esame autoptico è stato eseguito lunedì sera dai periti medici nominati dalla Procura di Palmi che coordina le indagini sull'omicidio della professionista e sul ferimento del marito Antonio Napoli, che era in auto con lei al momento dell’agguato. La perizia sembra confermare la ricostruzione secondo la quale l’agguato è stato verosimilmente compiuto da una sola persona armata di fucile, la quale prima ha sparato un colpo caricato a palla, che non ha colpito nessuno dei due occupanti della Pegeout 3008, entrato dal parabrezza anteriore e conficcato nel cofano posteriore dell’auto. Poi subito dopo un secondo colpo caricato a pallettoni mentre la macchina era in movimento. I pallettoni sarebbero stati sparati dal lato guida, dove sedeva Napoli, vivo per miracolo, e avrebbero ferito al braccio il conducente e raggiunto la vittima tra il volto ed il collo. Un lavoro, quello della Scientifica, andato avanti per diverse ore dopo essere giunti sul luogo dell’agguato, lungo la Sp2 poco fuori Santa Cristina d’Aspromonte. Una dinamica che confermerebbe come ancora debba essere definitivamente chiarito chi fosse il vero obiettivo del sicario - così come resta un mistero il movente - non escludendo che il bersaglio potesse essere anche il coniuge della donna uccisa. Ragione per la quale inquirenti e gli investigatori della Polizia dovrebbero risentire nuovamente l’uomo nei prossimi giorni. Il medico 66enne è stato già sentito dagli inquirenti nella giornata di sabato. Un interrogatorio che si è protratto fino alle 10 di sera. Il confronto con la vittima, però, non avrebbe fornito spunti importanti dal punti di vista investigativo. Secondo quanto trapelato, Napoli avrebbe affermato di non avere visto lo sparatore, ma solo il rumore dei colpi di fucile e solo dopo di essersi reso conto della morte della moglie che sedeva di lato. Pochi dettagli, inutili per arrivare all’identificazione del killer. Nel prossimo incontro, gli investigatori sperano di poter sollecitare la memoria di Antonio Napoli per capire se qualcuno potesse nutrire risentimento nei suoi confronti o di Franca Romeo. Un quadro complicato, quello che stanno cercando di ricostruire gli inquirenti. I magistrati della Procura di Palmi e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova stanno passando a setaccio la vita della dottoressa e di suo marito, le loro conoscenze, per cercare di dare un perché a un omicidio che continua a essere inspiegabile.