Meno venti giorni all’ora X. Si avvicina la scadenza per l’entrata in vigore della normativa europea sulle emissioni inquinanti delle navi, e sembra che - salvo il correttivo limitato alla regola delle 300 miglia per Tanger Med e Port Said - l’Ets non subirà alcuno stop o modifica. Restano pienamente sul tappeto, dunque, i rischi di delocalizzazione dei traffici containeri da Gioia Tauro in favore dei porti emergenti del Nord Africa.
A confermare la linea della Commissione Europea è stato, per ultimo, il commissario europeo all'Azione per il clima, Wopke Hoekstra: la strategia per evitare effetti deleteri si basa al momento sull’inclusione di scali extra-Ue nell’elenco dei porti di trasbordo di container limitrofi, elenco che - secondo il regolamento d’attuazione pubblicato ad ottobre scorso - ad oggi include solo il marocchino Tanger Med e l’egiziano di Port Said.
Il passaggio è stato messo nero su bianco, questa volta, in risposta a un’interrogazione dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Denis Nesci. «La direttiva prevede diverse misure volte a far fronte al rischio di elusione nell'ambito delle attività di trasporto marittimo. In particolare, il rischio di delocalizzazione delle attività di trasbordo di container al di fuori dell’Ue è affrontato con una misura che prevede di non tenere conto delle soste delle navi portacontainer nei porti di trasbordo di container limitrofi», scrive Hoekstra. Che aggiunge poco altro in termini di risposte attese da Gioia Tauro, così come dagli altri porti europei affacciati su Mediterraneo: «La Commissione monitorerà costantemente i comportamenti elusivi e riferirà al Parlamento europeo e al Consiglio ogni due anni. Sulla base degli effetti riscontrati, la Commissione potrà proporre misure aggiuntive, come maggiori obblighi di restituzione per i viaggi in cui il rischio di elusione è più elevato».
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