Riciclaggio di cospicue somme di denaro, provenienti da attività illecite, gestito in Germania da componenti di alcune potenti “famiglie” della ‘ndrangheta aspromontana. L’attività di riciclaggio sarebbe stata gestita o quantomeno “controllata” dal cosiddetto “Gruppo di Erfurt”, definizione coniata dalla Polizia tedesca per indicare un “nucleo” della ‘ndrangheta, responsabile di diverse operazioni di riciclaggio di soldi, tanti soldi, operativo nel capoluogo della Turingia e nel resto del Land così come in Sassonia «da più di 25 anni». A sollevare il coperchio su questa imponente “attività imprenditoriale” della ‘ndrangheta al di là delle Alpi, è stata l’emittente radiotelevisiva tedesca “Mdr”, secondo cui da diversi anni le autorità tedesche hanno messo sotto la loro lente d’ingrandimento uno stabile «nel nord di Erfurt» sospettato di essere «uno degli immobili strategici più importanti» degli esponenti della criminalità organizzata calabrese nella città tedesca.
L’edificio è stato acquistato «alla metà degli anni Novanta” da imprenditori e ristoratori italiani, appartenenti al “Gruppo di Erfurt”, per allestirvi degli appartamenti. Gli inquilini, quasi sempre, sarebbero stati italiani che lavoravano in uno dei tanti ristoranti italiani della città e provenivano «per lo più dalla Calabria», in particolare da San Luca. Le autorità tedesche sarebbero riuscite ad accertare che all’indirizzo dell’immobile si sono registrati negli anni «oltre 230 italiani». Alcuni di essi, poi segnalati anche a San Luca e dintorni, avrebbero vissuto nello stabile «per anni», altri «per pochi mesi», lavorando in ristoranti ritenuti appartenenti della criminalità organizzata calabrese a Lipsia, Dresda e Monaco di Baviera.
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