Sempre più solido il quadro d’accusa dell'operazione “Garden”, la retata dei segugi del Gico della Guardia di finanza che ha svelato le dinamiche della ’ndrina “Borghetto-Latella”, il gruppo che avrebbe scorrazzato monopolizzando ogni affare criminale e nell’area della cintura urbana sud della città che partendo dalla roccaforte San Giorgio Extra si sarebbe estesa a Modena Ciccarello e il sempre più difficile quartiere-dormitorio “Marconi-Cusmano”. Con altri due rigetti (udienza il 28 dicembre) i Giudici del riesame hanno ribadito le linee guida dell’indagine “Garden”. Ultimo step domani davanti al collegio del Riesame: subito dopo si procederà con la valutazione delle opposte strategie del pool antimafia e del corposo collegio di difesa. Tre pronunce ad oggi che convergono verso un punto: regge il quadro d'accusa sostenuto dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto e dal Pubblico ministero Nicola De Caria. Lo stesso Gip aveva sottolineato uno scenario di rilavante gravità: «Le principali direttrici di azione dell’associazione sono di tipo militare ed economico insieme, nel senso che il potere cercato e conseguito col metodo dell’intimidazione e della violenza mira ad assicurare la supremazia sugli avversari e il monopolio diretto e indiretto delle principali fonti di ricchezza che si aprono nel territorio, quali sono le estorsioni a tappeto, il traffico organizzato di stupefacenti ed anche l’usura; non c’è impresa, non c’è operatore economico, non c’è commerciante che non cada nei tentacoli di questa organizzazione criminale, con odioso soffocamento della libera concorrenza e iniquo impedimento alla circolazione della ricchezza che si concentra costantemente nell’oligarchia criminale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio