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Rosarno, furto nella villa confiscata ai Cacciola e abbandonata

I ladri si sarebbero introdotti nell’immobile portando via ciò che è rimasto prima del sequestro nel 2015. Intanto Comune e UniReggio discutono per rinnovare l’assegnazione del bene

Furto in un bene confiscato alla ’ndrangheta. Si tratta di un immobile appartenuto alla famiglia Cacciola, precisamente una villa del valore di circa un milione di euro sequestrata al marito di Cetta Cacciola, testimone di giustizia, morta nel 2011 dopo aver ingerito dell’acido muriatico.
Ieri, i ladri si sarebbero introdotti nell’immobile portando via probabilmente ciò che è rimasto prima del sequestro nel 2015. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i Vigili Urbani, i quali stanno conducendo le indagini e stanno dialogando con le ultime persone che sono entrate in quella casa, teatro di una storia drammatica, per capire cosa c’era all’interno. Il bene era stato assegnato alla cooperativa UniReggio dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati e dal Comune di Rosarno nel 2020.
C’è da osservare che il primo furto ufficiale in un bene confiscato alla criminalità organizzata è avvenuto nel momento in cui sono in corso le trattative per riassegnare il bene probabilmente alla stessa cooperativa reggina che sta dialogando con il sindaco di Rosarno, Pasquale Cutrì, per definirne l’utilizzo. Stamattina, infatti, è prevista una riunione, al Comune di Rosarno, tra i rappresentanti di UniReggio, il primo cittadino e la sua giunta per stabilire le nuove condizioni sull’utilizzo del bene confiscato. Al riguardo, il sindaco pretende un progetto da UniReggio, visto che durante la gestione commissariale antimafia vi era stata una informativa da parte della Polizia locale in cui si denunciava il mancato svolgimento delle attività e la chiusura dell’immobile.

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