Palmi, la confessione di Figliuzzi sull’omicidio di Ascone: corpo caricato su un'Ape e gettato nel Mesima
Nuovi particolari sulla morte di Agostino Ascone vanno emergendo dal processo in corso a Palmi davanti la Corte d’Assise. Ieri mattina, alla presenza del presidente Francesco Petrone, del giudice a latere Anna Laura Ascioti e degli agli otto giudici popolari, l’imputato Salvatore Antonio Figliuzzi, ritenuto dagli inquirenti l’autore dell’omicidio del trentasettenne imprenditore agricolo di Amato di Taurianova, ha risposto a numerose domande rivoltegli dal pubblico ministero Salvatore Rossello e dai componenti del collegio. Stando alle ricostruzioni fatte durante l’esame, Figliuzzi avrebbe ucciso per difendersi dall’aggressione subita: prima la violenta colluttazione, poi tre colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata da Ascone (un metro e mezzo circa) che, tuttavia, avrebbero mancato il bersaglio. Quindi la pistola inceppata e il colpo di casco in testa per stordire l’imprenditore. Con la stessa arma da fuoco l’imputato avrebbe assassinato Agostino Ascone sparandogli due colpi alle spalle. Il corpo della vittima sarebbe stato caricato su un’Ape presa in prestito da uno «zingaro» non meglio identificato e pagato cento euro. La mattina seguente Figliuzzi avrebbe buttato il cadavere del giovane nel fiume Mesima che scorre tra i territori di Rosarno e San Ferdinando (le ricerche fatte in quei luoghi non hanno però restituito alcun riscontro in tal senso). Evidente, durante l’esame, il tentativo di Figliuzzi di alleggerire le posizioni di Sturiale e Trapasso («Ilaria ha scoperto che ho ucciso io Agostino solo dopo l’arresto»). Nel corso dell’udienza di ieri, la Corte ha ascoltato anche le testi Maria Gentile e Jessica La Torre, rispettivamente zia e cugina di Ilaria Sturiale. Deposizioni incentrate soprattutto sul clima nei rapporti interni alla famiglia di Agostino Ascone prima dell’omicidio. A poco più di due anni dalla scomparsa dell’imprenditore agricolo di Amato, il mosaico va componendo le sue tessere. Il processo per la morte di Agostino Ascone vede alla sbarra gli imputati Ilaria Sturiale e Salvatore Antonio Figliuzzi, entrambi difesi dagli avvocati Giuseppe Pirozzo e Domenico Falanga; Giuseppe Trapasso, difeso dagli avvocati Giovanni De Stefano e Giorgio Daqua. Le persone offese costituite in giudizio sono rappresentate dagli avvocati Pasquale Loiacono, Michele Ceruso, Annunziata Modafferi e Leda Badolati. Prossima udienza il 30 gennaio alle 10.