L’interrogazione parlamentare è stata presentata prima della fine dell’anno dalla deputata Imma Vietri. Il caso del reggino Fausto Dardanelli è dunque arrivato in Parlamento. Al ministro della Difesa e al ministro della Giustizia l’esponente di Fdl chiede di «quali atti disponga il governo e se in occasione del tragico evento sia mai stata avviata un'inchiesta interna di carattere amministrativo» prima di rimarcare che «a distanza di anni lo stesso gip del tribunale di Reggio ha riaperto le indagini, rigettando la richiesta di archiviazione del caso». E siamo alla quarta. A dicembre l'ultima udienza. Un lumicino di speranza per chi cerca la verità. Ma chi era Fausto Dardanelli? Era un giovane carabiniere reggino – si legge ancora negli atti parlamentari che descrivono una storia drammatica – trovato morto a Bagaladi, nella sua auto. Due i colpi sparati dalla pistola d’ordinanza, di cui uno andato a segno. Era il 22 luglio del 2016. All’epoca Fausto aveva 34 anni e nel centro della Valle Grecanica prestava servizio. L'ipotesi di suicidio per una delusione amorosa è stata sempre ritenuta poco credibile da familiari e inquirenti: la divisa del giovane è scomparsa, così come i bossoli, e poi gli schizzi di sangue nelle mani, che facevano pensare al giovane come se fosse un mancino, mentre in realtà non lo era. La stessa autopsia non fu eseguita immediatamente così come tanti altri particolari rimanderebbero all'ipotesi di omicidio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria