Reggio

Martedì 15 Ottobre 2024

“Decreto Cutro”, dal processo-pilota di Locri: no all’eccezione di incostituzionalità

La Corte d’assise di Locri ha ritenuto “non manifestamente fondata” la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa nell’ambito del primo processo in Italia dopo il “decreto Cutro” (dl 20/23) che prevede la contestazione del reato di “morte come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”, ritenendo che «la pena prevista non esorbiti in modo manifestamente irragionevole dalla discrezionale determinazione delle sanzioni da parte del legislatore». A sollevare la questione di legittimità costituzionale è stato l’avv. Giancarlo Liberati, del Foro di Reggio Calabria, in relazione alla dosimetria della pena per violazione degli artt. 3 e 27 Cost. poiché il trattamento sanzionatorio in relazione al nuovo art. 12-bis del D.lgs. 286/98, che può arrivare fino alla condanna a 30 anni di reclusione, nonostante della fattispecie si risponda a titolo di colpa – quantomeno con riguardo all’evento morte come conseguenza del reato del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – risulterebbe, da un lato, sproporzionata in relazione al disvalore soggettivo della fattispecie, da altro lato, riconducibile alla stessa cornice edittale di fattispecie dolose come l’omicidio volontario o l’omicidio preterintenzionale, che nonostante risultino delitti dal particolare disvalore con un diverso grado di volontà di porre in essere la condotta, hanno un trattamento sanzionatorio uguale o addirittura inferiore alla fattispecie in rassegna. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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