«Ho lividi viola per tutto il corpo, ematomi per tutta la testa e mani che non posso più muovere per ripararmi dai manganelli; il medico non mi ha visitato e ha refertato il falso, inoltre il mio avvocato acquisiva tutte le telecamere del passeggio della sezione, i corridoi, il 3 cancello e dell'entrata del reparto Caronte dove si vedeva chiaramente che io non ho aggredito nessuno». Carta e penna per raccontare quello che Alessio Peluso, il detenuto napoletano (classe 1993) che il 22 gennaio 2022 avrebbe subito le presunte aggressioni fisica e morale, le botte, le violenze, il pestaggio da parte di una squadra di Polizia penitenziaria in servizio presso le carceri reggine “San Pietro”.
E per denunciare i fatti scrisse direttamente al procuratore Giovanni Bombardieri. Poche righe per raccontare dal suo osservatorio quella giornata di inferno per cui si ritrovano adesso sul banco degli imputati l'allora comandante della Polizia penitenziaria, cinque agenti e con ruoli diversi un medico e un infermiere dell'istituto penitenziario. Denuncia che è stata ripercorsa davanti al Tribunale collegiale, in dibattimento, nel corso del primo step della lunga testimonianza che ha reso e dovrà continuare a rendere il vice questore aggiunto Paolo Valenti, il funzionario della Squadra Mobile che ha redatto l'informativa principale.
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