Un orribile episodio di violenza si è consumato all’interno di una scuola primaria e di II grado di Reggio Calabria. Uno dei docenti dell’Istituto comprensivo, infatti, è stato aggredito fisicamente da un 34enne a seguito di una discussione inerente la condotta scolastica tenuta dal proprio figlio minore. In particolare l’uomo, a seguito di un litigio intercorso qualche giorno prima tra il proprio figlio ed un suo compagno di classe durante l’orario di lezione di educazione fisica, era stato convocato a scuola per parlare con il docente coordinatore di classe ed essere informato del comportamento tenuto dal proprio figlio 12enne, che aveva aggredito un altro alunno. Giunto presso l’edificio scolastico, dopo aver chiesto al minore chi fosse il docente che lo aveva fatto convocare, il padre dell’alunno si rivolgeva allo stesso con tono minaccioso, urlando che non doveva essere disturbata la famiglia del ragazzino, per poi aggredirlo fisicamente sbattendolo contro un muro e afferrandolo per il collo. L’insegnante, assistito dal personale della scuola, fortunatamente non riportava traumi significativi e decideva ugualmente di ricorrere alle cure mediche. I carabinieri della Stazione di Cannavò, dopo aver svolto gli accertamenti del caso, identificavano il genitore, il quale verrà denunciato all’Autorità Giudiziaria per lesioni, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, poiché l’insegnante era impegnato nell’esercizio delle proprie funzioni all’interno della scuola.
L’assessore Briante: «Reazione grave e spropositata, ma è un fatto isolato in un contesto molto tranquillo»
«Una reazione grave, spropositata e inopportuna, ma anche isolata all’interno di un contesto territoriale assolutamente tranquillo». È quanto dichiara l’assessore comunale all’Istruzione, Anna Briante, a seguito di quanto avvenuto all’interno di un istituto comprensivo di Reggio Calabria, dove un insegnante è stato aggredito dal padre di uno studente, dopo essere stato contattato dalla scuola per essere informato del comportamento tenuto dal proprio figlio. «Purtroppo – afferma l’assessore Briante – i tempi stanno dimostrando che c’è una esasperazione nei rapporti interpersonali, anche e soprattutto in ambito scolastico ma non solo. Occorre ricondurre i comportamenti nell’alveo della cordialità e del rispetto reciproco dei ruoli e delle funzioni, non dimenticando mai che la scuola rappresenta la prima agenzia educativa dopo la famiglia. Questa deve rapportarsi con la scuola in modo costruttivo e propositivo e non certamente entrandovi in contrasto». L’assessore tiene a rimarcare come, da un colloquio avuto con la dirigente scolastica subito dopo aver appreso dell’episodio, sia emerso come quanto accaduto rappresenti «un fatto isolato. Siamo stati rassicurati in merito all’ambiente della scuola che si presenta molto tranquillo, così come anche i contesti familiari dei bambini. Ciò che è avvenuto è da ricondursi ad una reazione esagerata, spropositata e inopportuna da parte di un genitore che era stato semplicemente invitato ad un confronto sul comportamento tenuto dal figlio, così come sempre dovrebbe essere tra la scuola e la famiglia». L’assessore Briante conclude assicurando «la massima attenzione su quanto accaduto, per ciò che è di competenza dell’amministrazione comunale, la quale intende intraprendere tutte le iniziative necessarie ad assicurare un sempre più efficace rapporto di collaborazione tra la realtà scolastica ed il tessuto socio-familiare reggino».
Il garante Marziale: “Basta docenti bersaglio mobile di ire funeste”
“Quando i genitori capiranno che solo un’intesa tra essi e la scuola può contenere l’emergenza educativa in atto, allora quel giorno sarà da celebrarsi come una data rivoluzionaria”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, commentando l’aggressione di un professore a Reggio Calabria, da parte del padre di un alunno. Per il Garante: “Non se ne può più di accadimenti del genere. I docenti, con i loro pregi e difetti, sono persone che ogni giorno si prendono cura di questa generazione travagliata e non possono continuare a rimanere bersaglio mobile di ire funeste. Qualcosa bisognerà cominciare a fare, e questa qualcosa deve partire soprattutto dall’interno del sistema scuola, che a furia di accostarsi troppo confidenzialmente anche ai ragazzi stessi, ha perso di autorevolezza”. “Ma, prescindendo dal percorso che deve compiere la scuola – evidenzia Marziale – urge intervenire con una vera e propria catechizzazione culturale sui genitori, che ancora in troppi continuano a considerare la scuola un dovere per i figli, ignorando che è invece il diritto più importante di cui godono e, dunque, da preservare con assoluto spirito di collaborazione, che non si esaurisce con la riunione per apprendere del voto e della condotta, ma che abbisogna di costanza e complicità con gli educatori”. “Se la famiglia si scolla dalla scuola – conclude il Garante – a perderci sono solo i ragazzi”.