Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Legambiente: "Il Ponte non serve. Al Sud treni vecchi: record a Molise e Calabria"

Legambiente

«Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una priorità. Il Sud, a partire dalla Calabria e dalla Sicilia, non ha bisogno del Ponte sullo Stretto di Messina, ma di potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni, di puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra, di migliorare il trasporto via navecon l’acquisto dei traghetti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off)econvertire le flotte attuali in traghetti elettrici». E’ l’appello lanciato da Legambiente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in occasione della presentazione del report «Pendolaria» a Reggio Calabria.

Per Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione, «bisogna invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, finanziando le prioritarie infrastrutture: ossia nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni, veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile. Il governo Meloni non rincorra inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma pensi ai reali problemi di mobilità del Sud Italia e dell’intero Paese. Oggi la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali».
«In Calabria e in Sicilia - sottolineano Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria e Tommaso Castronovo presidente Legambiente Sicilia - si continua a viaggiare e a spostarsi quasi come trenta anni fa. Il rapporto "Pendolaria" mette in luce il persistente divario infrastrutturale tra il Sud e il Nord del Paese: circolano meno treni, i convogli sono mediamente più vecchi e si muovono su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate con tempi di percorrenza che li rendono poco competitivi rispetto al trasporto su gomma. Quello di cui abbiamo bisogno è il triplo degli investimenti programmati, già da diversi anni, per migliorare ed ampliare l’offerta del servizio e il materiale rotabile oltre ad informazioni puntuali nel rispetto dei diritti dei passeggeri. Il Ponte sullo Stretto oltre ad essere un’opera inutile, che drena ingenti risorse pubbliche e non risponde alle vere priorità di Calabria e Sicilia, è anche pericolosa perchè sarebbe costruito in una zona ad alto rischio geotettonico e sismico e, sotto il profilo ambientale, metterebbe a rischio la conservazione di ambienti marini, costieri ed umidi di eccezionale bellezza».

Report Pendolaria

Nel trasporto ferroviario il «grande dimenticato è il Mezzogiorno con treni regionali vecchi e lenti, linee chiuse, ritardi cronici. L’età media dei convogli è di 18,1 anni rispetto ai 14,6 anni del nord» con due casi record di "anzianità": in Molise l’età media dei treni è di 22,6 anni, in Calabria 21,4 anni. Lo ricorda Legambiente nel rapporto Pendolaria in cui si evidenzia che «quattro delle 12 linee ferroviarie peggiori segnalate nel 2024 si trovano al Sud: le ex circumvesuviane, la Catania-Caltagirone-Gela, e come new entry la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, la linea adriatica nel tratto pugliese Barletta-Trani-Bari. Diverse le linee chiuse o sospese come la Palermo-Trapani via Milo chiusa dal 2013 a causa di alcuni smottamenti di terreno, ricorda la ong.

Il nuovo report Pendolaria, presentato in mattinata a Reggio Calabria e nel pomeriggio a Messina nell’ambito della campagna Clean Cities, racconta «di un Paese caratterizzato da nodi irrisolti tra ritardi, convogli vecchi e lenti, e un divario sempre più forte tra nord e sud su qualità e quantità del trasporto su ferro», spiega Legambiente. Affrontando la nota dolente delle linee ferroviarie chiuse e sospese ormai da anni, Legambiente cita anche la Caltagirone-Gela (chiusa a causa del crollo del Ponte Carbone l'8 maggio 2011) o le linee a scartamento ridotto che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, il cui servizio è sospeso da 11 anni e dove non vi è alcun progetto concreto di riattivazione. «Bisogna - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, finanziando le prioritarie infrastrutture: ossia nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni, veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile. Oggi la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali».

«In Calabria e in Sicilia - dichiarano Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria e Tommaso Castronovo presidente Legambiente Sicilia - si continua a viaggiare e a spostarsi quasi come trenta anni fa» mentre «servono collegamenti più sicuri e frequenti con l’adeguamento delle linee anche ai fini dell’alta velocità, treni tecnologicamente avanzati, stazioni rinnovate ed accoglienti. Quello di cui abbiamo bisogno è il triplo degli investimenti programmati, già da diversi anni, per migliorare e ampliare l’offerta del servizio e il materiale rotabile oltre ad informazioni puntuali nel rispetto dei diritti dei passeggeri».

 

 

 

 

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia