L’arrivo della compagna low cost Ryanair a Reggio Calabria, non deve essere considerato un punto di arrivo. È, invece, un punto di partenza di un percorso che deve saper sfruttare l’occasione storica di questo accordo maturato grazie a nuove normative europee. Ragionare, quindi, su cosa è necessario fare, da dove cominciare, come farlo. È la riflessione proposta dalla Fondazione “Magna Grecia”, che ieri a palazzo San Giorgio, ha invitato addetti ai lavori e rappresentanti istituzionali a ragionare sul futuro del sistema aeroportuale dello Stretto.
La Fondazione, presieduta dall’on. Nino Foti, non è nuova a questo tipo di iniziative. Fin dal 1984, anno di fondazione, si è posta come stimolo al dibattito, non solo locale, sullo sviluppo del Mezzogiorno e delle iniziative da mettere in campo per favorire, in particolare, la crescita della Calabria.
In stile talk show televisivo, moderato dal vicedirettore del TG2 Fabrizio Frullani, sono emersi spunti e idee per fare dello scalo dello Stretto, un sistema capace di coinvolgere le città di Reggio Calabria e Messina e proiettarle in ambito nazionale e internazionale. «Reggio può decollare», è stato detto ieri. E tra le proposte lanciate, o meglio rilanciate, dal dibattito, quella della costruzione di una nuova aerostazione, da costruire a valle della pista, in prossimità della stazione ferroviaria. E poi intervenire sugli orari, e sui voli.
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