C’è un nuovo filone di indagine che riguarda presunte false certificazioni mediche, in alcuni casi anche dietro corrispettivo di denaro, che coinvolgono alcuni medici e sanitari in servizio, all’epoca dei fatti, in vari reparti dell’Ospedale di Locri e uno in quello di Melito Porto Salvo, nonché dei componenti di commissione medica sia dell’Inps sia di quella relativa al rilascio di percentuali per aggravamento di posizioni d’infortunistica varia.
In questi giorni, infatti, la Guardia di Finanza del Gruppo di Locri sta notificando ben 44 avvisi di conclusione d’indagine ad altrettante persone, compresi medici, professionisti, pazienti e loro familiari, ai quali vengono contestati, a vario titolo, vari reati che vanno dalla corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, al falso in atto pubblico, dalla truffa aggravata al favoreggiamento personale ed altro.
Dall’inchiesta, coordinata dalla Procura di Locri, in particolare, dal sostituto procuratore Valentina Antonuccio, emerge che la maggior parte delle contestazioni ruota attorno a M.I., originario di Caulonia domiciliato a San Luca, responsabile di un patronato di zona con sede sia a Bovalino sia a Caulonia. Il 50enne responsabile del patronato sotto osservazione degli investigatori delle Fiamme gialle avrebbe agito, anche a titolo di concorrente morale, a istigare dei medici, alcuni in servizio all’ospedale «a compiere atti contrari al loro dovere d’ufficio», come nel caso di un medico radiologo dell’ospedale di Locri che avrebbe rilasciato delle false certificazioni mediche «attestanti patologie inesistenti – si legge nel capo di imputazione – o comunque difformi da quelle reali per i soggetti da lui segnalati, corrispondendo o comunque promettendo la corresponsione di somme di denaro».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia