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Reggio, il pentito Trunfio al processo per la malagestione delle carceri

Testimonianza bloccata dopo le prime dichiarazioni: il Tribunale rinvia per il deposito del verbale illustrativo

Una testimonianza a metà. Avviata, ma congelata dopo le prime dichiarazioni, l'escussione in Tribunale del collaboratore di giustizia Francesco Trunfio, tra i quattro super testi citati dalla Procura nel processo sulla presunta “malagestione” delle carceri reggine negli anni in cui alla direzione c'era la dottoressa Maria Carmela Longo (adesso sul banco degli imputati).
La testimonianza di Francesco Trunfio era stata stoppata dalla difesa della dottoressa Longo, l'avvocato Giacomo Iaria che si avvale della collaborazione dell’avvocato Francesco Giorgio Arena, accertata l’assenza nel fascicolo dibattimentale del verbale illustrativo del collaboratore di giustizia, le dichiarazioni sui temi generali che devono esser affrontati dal pentito nei primi sei mesi di collaborazione con i magistrati del pool antimafia. La testimonianza è stata quindi circoscritta agli scenari generali della sua scelta di transitare nei ranghi dei collaboratori di giustizia.
Tanti i temi delicati che per i Pubblici ministeri Sabrina Fornaro e Stefano Musolino costituiscono altrettante contestazioni accusatorie: tra cui spiccano le celle condivise da detenuti appartenenti allo stesso nucleo familiare, con un rapporto di consanguineità, coimputati o appartenenti al medesimo contesto criminale; agevolazioni e corsie preferenziali negli incarichi di lavoro o nelle mansioni di rieducazione sociale durante il periodo di detenzione.

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