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L'appello parte da Roccella Jonica: «Non era una scafista, fatele riabbracciare suo figlio»

Approda in Parlamento il caso della giovane iraniana Marjan Jamali, incarcerata subito dopo lo sbarco in porto

È approdato in Parlamento il caso, da noi trattato qualche settimana fa, di Marjan Jamali, 29enne iraniana, madre di un bambino di appena 8 anni, sbarcata, insieme ad altri 100 migranti circa, a Roccella alla fine di ottobre e arrestata perché ritenuta una scafista. È l’unica donna finita in manette in 200 e passa sbarchi di migranti verificatisi nello scalo marittimo della Locride negli ultimi 5-6 anni. L’autorità giudiziaria competente, nonostante le richieste presentate dal legale di fiducia, avv. Giancarlo Liberati, ha rigettato la richiesta di scarcerazione in favore degli arresti domiciliari. Per circa quattro mesi la Jamali è stata reclusa nella casa circondariale di Reggio Calabria. Nei giorni scorsi la giovane, già molto provata dalla lunga detenzione e, soprattutto dal distacco del figlio (affidato a una famiglia afghana ospite a Camini, del “Sistema di accoglienza e integrazione”), è stata addirittura trasferita nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
Sulla vicenda il deputato Marco Grimaldi (Alleanza Verdi-Sinistra) ha presentato al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, un’interrogazione parlamentare con richiesta urgente di risposta scritta.

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