Sono 39 gli imputati rinviati a giudizio dal gup di Locri, Federico Casciola, per rispondere, a vario titolo e con modalità differenti, di presunte false certificazioni mediche, con relativa truffa ai danni dell’Inps e dell’Inail. Il “giro” coinvolge medici, professionisti, pazienti e loro familiari, ai quali la Procura di Locri contesta reati che vanno dalla corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio al falso in atto pubblico, dalla truffa aggravata al favoreggiamento personale.
Il gup ha recepito la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Valentina Antonuccio, fondata sugli esiti investigativi di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Locri, collegata all’operazione “Mille e una notte”, che trae origine, a sua volta, dalla notizia di reato relativa al fenomeno dell’assenteismo da parte di dipendenti del Comune di Locri, per poi allargarsi fino a comprendere soggetti ritenuti contigui o vicini alla consorteria di ’ndrangheta Cordì.
Nello specifico gli investigatori delle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri, attraverso captazioni ambientali e telefoniche effettuate a partire dal marzo del 2016 all’interno di un’autovettura in uso a persone ritenute collegate con la famiglia Cordì, hanno ritenuto di aver individuato «un consolidato sistema di corruzione finalizzato a truffare gli Istituti previdenziali attraverso la corresponsione di provvidenze per l’invalidità civile e/o derivanti da infortunio sul lavoro a soggetti che normalmente non ne avrebbero diritto».
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