Non avrà ulteriori ripercussioni sui traffici marittimi dei porti europei e, in particolare, di Gioia Tauro, scalo di transhipment tra i più importanti del Mediterraneo, l’attacco compiuto dai ribelli yemeniti Houthi alla nave portacontainer Msc Sky II, colpita da un missile, mentre stava attraversando il golfo di Aden, che, per fortuna, non ha provocato feriti ma solo un incendio poi domato dall’equipaggio. Innanzitutto, è utile sapere che si tratta di un’imbarcazione di piccole dimensioni rispetto ai giganti del mare, le cosiddette navi “madri”, che scalano il porto calabrese: la Msc Sky II, costruita nel 1999 e battente bandiera liberiana, è infatti una “feeder vessel”, da appena 2600 teus, che effettua un servizio “locale”, come tante altre navi “feeder” possono farlo tra i porti del “Mare Nostrum”, partendo da Singapore direzione Gibuti, nel corno d’Africa che fronteggia proprio lo Yemen. Ma, soprattutto, nulla potrebbe cambiare dopo l’ennesimo incidente, semplicemente per il fatto che, come già riportato da Gazzetta del Sud a suo tempo, tutto è già cambiato dal mese di dicembre dello scorso anno quando i crescenti attacchi terroristici al naviglio mercantile in acque yemenite e le incursioni con aerei da guerra da parte degli angloamericani contro i ribelli Houthi, vicini ad Hamas nel conflitto israelo-palestinese in corso hanno infatti indotto i maggiori player mondiali dello shipping containerizzato, tra i quali Msc, gestore e, allo stesso tempo, unico cliente del terminal di Gioia Tauro, a sospendere il transito delle loro navi nel Mar Rosso ripristinando la rotta dei grandi navigatori portoghesi del passato, ovvero dirigendo la prua delle loro navi su Capo di Buona Speranza per circumnavigare l’Africa e poter così raggiungere i porti sulle coste Atlantiche e del Mediterraneo e viceversa, senza mettere in pericolo l’incolumità degli equipaggi e delle stesse imbarcazioni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria